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Epidemia morbillo nel trevigiano nel mirino della regione Veneto

Pediatria | 08/02/2010 13:22

L'Assessorato Regionale alla Sanità veneta e gli esperti della Direzione Regionale Prevenzione tengono sotto osservazione un'epidemia di morbillo che ha coinvolto a dicembre due scuole materne nei comuni di Montebelluna e Falzè di Trevignano, nel territorio dell'Ulss 8 di Asolo. Nei mesi precedenti non erano stati segnalati casi di malattia nel territorio dell'azienda sanitaria, riporta una nota regionale. L'ultima segnalazione di caso confermato di morbillo risale infatti a luglio 2008.

Ad oggi i casi segnalati sono 57, durante l'ultima settimana sono stati segnalati 4 casi, di cui due adulti di 24 e 27 anni e due bambini di 1 e 4 anni. Nessuno dei nuovi casi era stato vaccinato contro il morbillo. Dei 57 casi notificati, 38 risultano non vaccinati, i rimanenti erano quasi tutti vaccinati con ciclo incompleto. Finora sono stati ricoverati 7 pazienti con complicanze di broncopolmonite e otite. Sono stati allertati, oltre che i pediatri e i medici di famiglia, anche il Servizio di continuità assistenziale, le unità operative di pediatria, i pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna e i dirigenti scolastici delle scuole interessate e, ovviamente sono stati informati i genitori sulle modalità di comparsa della malattia e sulle azioni per evitarne il contagio.


"Secondo le raccomandazioni regionali e nazionali - sottolinea l'assessore regionale alla Sanità, Sandro Sandri - è stata offerta la vaccinazione ai contatti suscettibili nelle famiglie e nelle scuole, ed è stata proposta una seconda dose di vaccino anti morbillo-parotite-rosolia a quanti già avevano effettuato una prima dose. Risultano somministrate oltre 100 dosi di vaccino. E' stata proposta la vaccinazione post-esposizione anche a tutti i contatti suscettibili, tuttavia molti genitori di bimbi malati, già precedentemente contrari alle vaccinazioni, hanno rifiutato di procedere alla vaccinazione dei fratelli non vaccinati: questo ha determinato il contagio intrafamiliare di bambini e di adulti non immuni.
 

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