Canali Minisiti ECM

In arrivo un nuovo farmaco per combattere il dolore neuropatico

Nutrizione Redazione DottNet | 15/02/2010 22:18

In arrivo nuove 'armi' per sconfiggere il dolore neuropatico, un tipo di dolore acuto o cronico associato a vari stati e tra i più difficili da curare: ricercatori dell'Università di Camerino, del gruppo coordinato dal professor Mario Grifantini della Facoltà di Farmacia, hanno infatti scoperto nuove molecole in grado di abolire i sintomi del dolore neuropatico.

Lo studio è pubblicato sul 'Journal of Medicinal Chemistry'. Le molecole oggetto della ricerca, somministrate a basse dosi, sono risultate in grado di abolire i sintomi del dolore neuropatico tramite un meccanismo che si basa sul legame delle sostanze ad un particolare tipo di recettore, costituito da una proteina inserita nella membrana delle cellule neuronali coinvolte nella trasmissione del dolore. Il dolore neuropatico - molto diffuso, ad esempio, negli stati post-traumatici, post-erpetici, diabetici, carcinomatosi, da artrite reumatoide - è difficile da curare e da alleviare, ed è un dolore sia acuto che cronico provocato dal fatto che a livello del sistema nervoso centrale le fibre nervose trasmettono ai centri del dolore, posti nel cervello, segnali errati.

pubblicità

Questa disfunzione dell'attività neurologica provoca, quindi, sensazioni dolorose anche in assenza di un danno reale. L'uso di farmaci anti-infiammatori ed analgesici risulta spesso di scarsa efficacia per cui per molti pazienti si ricorre agli oppiacei, il cui uso comporta però rilevanti effetti collaterali. Ed è proprio per questo che lo studio, rilevano i ricercatori, risulta di particolare interesse. La pubblicazione è stata inoltre selezionata da Science-Business Exchange (SciBX) del gruppo editoriale della prestigiosa rivista Nature al fine di diffondere i risultati della ricerca non solo presso la comunità scientifica internazionale, ma anche presso le industrie interessate.

Commenti

Rispondi

I Correlati

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

Ti potrebbero interessare

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

Ultime News

Più letti