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Sclerosi, la teoria italiana si fa strada

Neurologia Redazione DottNet | 16/02/2010 10:08

Dopo dieci anni di scetticismo, finalmente il mondo sembra iniziare a credere alla 'via' italiana alle cause della sclerosi multipla. I primi test mondiali sull'ipotesi di Paolo Zamboni, ricercatore dell'università di Ferrara, che un fattore scatenante di questa malattia possa essere un problema circolatorio, sono positivi, e sempre di più sono i gruppi nel pianeta interessati alla sperimentazione, che sta per estendersi ad una possibile terapia in grado di alleviare i sintomi di questa patologia.

 Secondo il chirurgo, che ha iniziato ad interessarsi della malattia dopo che ne è stata colpita la moglie, a causare la Ms sarebbe un restringimento di alcuni vasi sanguigni che drenano il sangue dal cervello. Questo causerebbe un rallentamento del flusso di sangue che è alla base dell'accumulo di ferro nei tessuti cerebrali proprio della sclerosi multipla. L'ipotesi, dapprima testata solo da Zamboni e da alcuni colleghi, è ora oggetto di studio in tutto il mondo, e i primi risultati di una ricerca dell'università di Buffalo, nello stato di New York, hanno confermato che il 56,4% dei pazienti affetti da Ms ha questa condizione, chiamata insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi). 'Contemporaneamente altri gruppi stanno portando avanti questi test - conferma Zamboni - risultati molto interessanti si sono avuti in Canada e in Francia, mentre un gruppo in Giordania ha ottenuto addirittura un risultato del 100%, confermando che questa condizione riguarda tutti i gruppi etnici.

Di sicuro, anche se i numeri statunitensi sono più bassi di quelli che abbiamo trovato noi, possiamo considerarli la conferma che il Ccsvi è la prima causa di rischio per la sclerosi multipla'. Il ricercatore ferrarese è reduce da un 'tour' in Usa e Canada dove ha presentato il proprio lavoro con il collega Fabrizio Salvi, dell'ospedale Bellaria di Bologna. Secondo un ricercatore dell'università canadese McMaster sarebbero 22mila in tutto il mondo i pazienti che si stanno sottoponendo ai test.

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LA CAUSA E LA POSSIBILE CURA. L'origine della malattia risiederebbe proprio in una difficoltà circolatoria e secondo Zamboni questa intuizione 'conterrebbe' anche una possibile cura. Rimuovendo l'ostruzione con un palloncino si possono alleviare i sintomi, spiega il ricercatore, che entro sei mesi avvierà una sperimentazione di questa cura nel nostro paese: 'Finora abbiamo effettuato uno studio preliminare proprio in collaborazione con l'università di Buffalo in cui alcuni pazienti venivano trattati qui e studiati negli Usa - continua Zamboni, che ha persino un gruppo con 20mila fan su Facebook - da cui è emerso che le lesioni sono molto ridotte dopo la terapia. Entro sei mesi partiremo invece con uno studio organico e randomizzato finanziato dalla regione Emilia Romagna e dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism). Bisogna dire che ci vorranno almeno ancora un paio d'anni prima che questa terapia sia disponibile a tutti, ma di sicuro è estremamente promettente'.
I SOSTENITORI. L'Aism ha recentemente affermato di seguire con attenzione le ricerche di Zamboni, e si e' impegnata a promuovere gli approfondimenti attraverso il proprio bando che mette a disposizione 3 milioni di euro per gli studi sulla malattia. Oltre all'Emilia Romagna anche il Veneto sembra interessato, con alcuni ospedali come quello di Vicenza che si sta attrezzando con gli strumenti necessari a diagnosticare la Ccsvi.
 

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