Dopo dieci anni di scetticismo, finalmente il mondo sembra iniziare a credere alla 'via' italiana alle cause della sclerosi multipla. I primi test mondiali sull'ipotesi di Paolo Zamboni, ricercatore dell'università di Ferrara, che un fattore scatenante di questa malattia possa essere un problema circolatorio, sono positivi, e sempre di più sono i gruppi nel pianeta interessati alla sperimentazione, che sta per estendersi ad una possibile terapia in grado di alleviare i sintomi di questa patologia.
Secondo il chirurgo, che ha iniziato ad interessarsi della malattia dopo che ne è stata colpita la moglie, a causare la Ms sarebbe un restringimento di alcuni vasi sanguigni che drenano il sangue dal cervello. Questo causerebbe un rallentamento del flusso di sangue che è alla base dell'accumulo di ferro nei tessuti cerebrali proprio della sclerosi multipla. L'ipotesi, dapprima testata solo da Zamboni e da alcuni colleghi, è ora oggetto di studio in tutto il mondo, e i primi risultati di una ricerca dell'università di Buffalo, nello stato di New York, hanno confermato che il 56,4% dei pazienti affetti da Ms ha questa condizione, chiamata insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi). 'Contemporaneamente altri gruppi stanno portando avanti questi test - conferma Zamboni - risultati molto interessanti si sono avuti in Canada e in Francia, mentre un gruppo in Giordania ha ottenuto addirittura un risultato del 100%, confermando che questa condizione riguarda tutti i gruppi etnici.
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