Sotto il sole o con la pioggia, in estate e d'inverno, da soli oppure in coppia o in compagnia. Si allarga l'esercito degli italiani ciclisti, dai bambini agli anziani, sempre più spesso donne. Ma 'passeggiando in bicicletta' senza adottare le necessarie precauzioni, o magari sbagliando attrezzatura, si rischiano anche problemi di salute. Malattie 'da sellino' protagoniste del convegno 'Patologie uroandrologiche e ciclismo', in programma al Golf Club Le Robinie di Solbiate Olona. All'evento - organizzato dall'Unità operativa di urologia dell'ospedale di Busto Arsizio, in collaborazione con l'Associazione medici dello sport della provincia di Varese - parteciperanno urologi, ginecologi, andrologi, medici dello sport e medici di medicina generale. Al termine dei lavori è prevista una tavola rotonda tra camici bianchi e ciclisti di professione.
"L'incremento progressivo del numero dei praticanti del ciclismo amatoriale - spiega in una nota il primario di urologia a Busto Arsizio, Carlo Buizza - ha notevolmente amplificato l'attenzione verso le patologie uroandrologiche conseguenti all'utilizzo prolungato della bicicletta". Ma siccome questo sport "negli ultimi anni ha registrato un incremento di praticanti di sesso femminile", fra i possibili disturbi ci sono anche "patologie dell'apparato genito-urinario della donna". In particolare, "sono note due tipi di patologie legate all'impiego della bici. La prima legata a eventi traumatici acuti a carico dell'apparato genito-urinario: traumi scrotali, vulvari, penieni, uretrali e meno frequentemente reno-ureterali o utero-annessiali", precisa lo specialista.
"Le patologie più frequenti di interesse uroandrologico", invece, "sono conseguenti all'utilizzo prolungato e in condizioni estreme del mezzo meccanico, soprattutto se tecnicamente non idoneo - prosegue Buizza - o a patologie urologiche misconosciute di cui è affetto il ciclista.
Fonte: Adnkronos
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