Parte il Progetto di Prevenzione per l’Aneurisma Aortico Addominale, promosso dalla SICVE – Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare e dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. Ogni anno in Italia 6.000 persone muoiono per la rottura di un aneurisma dell’aorta addominale, una dilatazione localizzata permanente dell’arteria. La patologia, silente, nell’85% dei casi si manifesta con una complicanza: la rottura o l’embolizzazione periferica. Quando si interviene in emergenza un paziente su due muore. Ma il rischio si riduce al 3% quando il chirurgo vascolare può programmare l’intervento.
Roma, 9 marzo 2010 – Presentato oggi a Roma al Senato della Repubblica il Progetto “Un minuto che vale una vita” per la Prevenzione dell’Aneurisma Aortico Addominale, promosso dalla SICVE – Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare e dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione, con il Patrocinio del Senato della Repubblica e del Ministero della Salute. "La rottura di un aneurisma dell’aorta addominale è un evento serio e spesso mortale – ha dichiarato il senatore Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato e dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione – ma, prima di questo evento, può essere trattato con successo e bassissima mortalità, dall’1 al 4% a seconda dei fattori di rischio dei pazienti. Oltre alla via chirurgica classica, intervento con laparatomia detto “a cielo aperto” o “open” – continua il senatore Tomassini - esiste la via endovascolare, particolarmente adatta per pazienti anziani o in cattive condizioni generali e cardiologiche. Da qui l’interesse per l’individuo e per la Società di diagnosticare precocemente, in fase di pre-rottura, la patologia, per poter riparare l’aorta. Ne deriva, infatti, un vantaggio “umano” del singolo, e della Società - e per essa del Servizio Sanitario Nazionale - che evita ingentissime spese nei tentativi, troppo spesso infruttuosi, di salvare i pazienti con rottura dell’Aneurisma Aortico Addominale. “«Un minuto che vale una vita» è un programma di sensibilizzazione – ha affermato Maurizio Puttini, Presidente SICVE – che offre la possibilità alla popolazione italiana maschile tra i 65 e gli 80 anni (fascia di età in cui si riscontra la maggior incidenza della patologia) di effettuare visite specialistiche gratuite, durante le quali verrà effettuato un esame ecografico addominale per valutare il diametro dell’aorta addominale ed individuare l’eventuale presenza di un aneurisma. Poi, si passerà al monitoraggio e al trattamento, quando necessario. Con questo progetto ci aspettiamo anche di ottenere dati sull’incidenza della patologia aneurismatica in una popolazione a rischio e soprattutto di riconoscere precocemente la lesione, mettendo in atto le contromisure necessarie per ogni singolo paziente”. “La prevenzione – dichiara il senatore Daniele Bosone, Vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato - è un aspetto fondamentale della medicina moderna che va promosso e incentivato in un sistema sanitario che si prenda cura non solo della malattia in sé ma della persona, anche quando è in apparente buona salute. In particolare, grazie agli ultrasuoni, la prevenzione della patologia vascolare è particolarmente agevole, non invasiva per il paziente e relativamente poco costosa. L'importanza di questa iniziativa del Senato parla quindi da sé”. “La prevenzione - ribadisce il senatore Antonio Fosson, Membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato - attraverso il controllo dei fattori di rischio, riveste un ruolo importante nell'impegno di chi è chiamato a svolgere i compiti dello Stato nell'ambito della salute dei cittadini, in particolare per le malattie vascolari, patologie sempre più diffuse nel nostro paese tra la persone anziane e di cui è previsto un aumento. Per questo, la Commissione Sanità del Senato vuole essere sempre di più organo promotore di tali iniziative di sensibilizzazione. Iniziative dove il ruolo delle società scientifiche diventa imprescindibile”. E dal Senato è partito il primo segnale per generare consapevolezza e coinvolgere la popolazione nell’attività di prevenzione. In questi giorni, infatti, i senatori si sono sottoposti a un controllo ecografico per verificare l’eventuale presenza di una dilatazione aortica. Il programma «Un minuto che vale una vita» coinvolgerà, per questa 1^ edizione, 24 centri in 16 Regioni italiane (Abruzzo: Montereale, Calabria: Cosenza e Catanzaro, Campania: Avellino e Sarno, Emilia Romagna: Santarcangelo di Romagna, Lazio: Castelli Romani e Roma (una parte della città), Liguria: Imperia e Genova, Lombardia: Varese, Lodi e Busto Arsizio, Marche: Loreto, Molise: Campobasso, Piemonte: Alba ed Ivrea, Puglia: San Michele di Bari, Sardegna: Villasimius, Sicilia: Patti, Toscana: San Gimignano e Montalcino, Umbria: Spoleto, Veneto: Cittadella di Padova), con l’obiettivo di coinvolgere complessivamente 20.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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