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Parte la Campagna “un minuto che vale una vita” per la prevenzione dell’aneurisma aortico addominale

Cardiologia | 09/03/2010 15:17

Parte il Progetto di Prevenzione per l’Aneurisma Aortico Addominale, promosso dalla SICVE – Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare e dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. Ogni anno in Italia 6.000 persone muoiono per la rottura di un aneurisma dell’aorta addominale, una dilatazione localizzata permanente dell’arteria. La patologia, silente, nell’85% dei casi si manifesta con una complicanza: la rottura o l’embolizzazione periferica. Quando si interviene in emergenza un paziente su due muore. Ma il rischio si riduce al 3% quando il chirurgo vascolare può programmare l’intervento.

 

Roma, 9 marzo 2010 – Presentato oggi a Roma al Senato della Repubblica il Progetto “Un minuto che vale una vita” per la Prevenzione dell’Aneurisma Aortico Addominale, promosso dalla SICVE – Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare e dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione, con il Patrocinio del Senato della Repubblica e del Ministero della Salute. "La rottura di un aneurisma dell’aorta addominale è un evento serio e spesso mortale – ha dichiarato il senatore Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato e dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione – ma, prima di questo evento, può essere trattato con successo e bassissima mortalità, dall’1 al 4% a seconda dei fattori di rischio dei pazienti. Oltre alla via chirurgica classica, intervento con laparatomia detto “a cielo aperto” o “open” – continua il senatore Tomassini - esiste la via endovascolare, particolarmente adatta per pazienti anziani o in cattive condizioni generali e cardiologiche. Da qui l’interesse per l’individuo e per la Società di diagnosticare precocemente, in fase di pre-rottura, la patologia, per poter riparare l’aorta. Ne deriva, infatti, un vantaggio “umano” del singolo, e della Società - e per essa del Servizio Sanitario Nazionale - che evita ingentissime spese nei tentativi, troppo spesso infruttuosi, di salvare i pazienti con rottura dell’Aneurisma Aortico Addominale. “«Un minuto che vale una vita» è un programma di sensibilizzazione – ha affermato Maurizio Puttini, Presidente SICVE – che offre la possibilità alla popolazione italiana maschile tra i 65 e gli 80 anni (fascia di età in cui si riscontra la maggior incidenza della patologia) di effettuare visite specialistiche gratuite, durante le quali verrà effettuato un esame ecografico addominale per valutare il diametro dell’aorta addominale ed individuare l’eventuale presenza di un aneurisma. Poi, si passerà al monitoraggio e al trattamento, quando necessario. Con questo progetto ci aspettiamo anche di ottenere dati sull’incidenza della patologia aneurismatica in una popolazione a rischio e soprattutto di riconoscere precocemente la lesione, mettendo in atto le contromisure necessarie per ogni singolo paziente”. “La prevenzione – dichiara il senatore Daniele Bosone, Vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato - è un aspetto fondamentale della medicina moderna che va promosso e incentivato in un sistema sanitario che si prenda cura non solo della malattia in sé ma della persona, anche quando è in apparente buona salute. In particolare, grazie agli ultrasuoni, la prevenzione della patologia vascolare è particolarmente agevole, non invasiva per il paziente e relativamente poco costosa. L'importanza di questa iniziativa del Senato parla quindi da sé”. “La prevenzione - ribadisce il senatore Antonio Fosson, Membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato - attraverso il controllo dei fattori di rischio, riveste un ruolo importante nell'impegno di chi è chiamato a svolgere i compiti dello Stato nell'ambito della salute dei cittadini, in particolare per le malattie vascolari, patologie sempre più diffuse nel nostro paese tra la persone anziane e di cui è previsto un aumento. Per questo, la Commissione Sanità del Senato vuole essere sempre di più organo promotore di tali iniziative di sensibilizzazione. Iniziative dove il ruolo delle società scientifiche diventa imprescindibile”. E dal Senato è partito il primo segnale per generare consapevolezza e coinvolgere la popolazione nell’attività di prevenzione. In questi giorni, infatti, i senatori si sono sottoposti a un controllo ecografico per verificare l’eventuale presenza di una dilatazione aortica. Il programma «Un minuto che vale una vita» coinvolgerà, per questa 1^ edizione, 24 centri in 16 Regioni italiane (Abruzzo: Montereale, Calabria: Cosenza e Catanzaro, Campania: Avellino e Sarno, Emilia Romagna: Santarcangelo di Romagna, Lazio: Castelli Romani e Roma (una parte della città), Liguria: Imperia e Genova, Lombardia: Varese, Lodi e Busto Arsizio, Marche: Loreto, Molise: Campobasso, Piemonte: Alba ed Ivrea, Puglia: San Michele di Bari, Sardegna: Villasimius, Sicilia: Patti, Toscana: San Gimignano e Montalcino, Umbria: Spoleto, Veneto: Cittadella di Padova), con l’obiettivo di coinvolgere complessivamente 20.

000 persone. Per sensibilizzare ulteriormente i soggetti a rischio sull’importanza della prevenzione della patologia, i promotori dell’iniziativa hanno coinvolto anche le ASL e i Medici di Medicina Generale oltre ad Onlus presenti sul territorio. “La popolazione maschile in target a partire dalla fine di marzo 2010 riceverà una lettera d’invito con un appuntamento prefissato presso il centro specialistico individuato nella propria città per sottoporsi gratuitamente all’esame ecografico (un’indagine rapida e non invasiva) ed essere inseriti nel percorso di monitoraggio – spiega Flavio Peinetti, Segretario della SICVE – Ai pazienti che non presenteranno alcuna dilatazione dell’aorta saranno consigliati controlli a lungo termine. Quelli che mostreranno un diametro superiore ai 3 cm saranno avviati a un percorso di follow-up molto stretto. I casi che manifestassero una dilatazione superiore ai 5 cm diventeranno, invece di interesse chirurgico. Per questo motivo SICVE intende prolungare l’osservazione dei pazienti che si presenteranno per effettuare lo screening almeno per 5 anni”. Testimonial di “Un minuto che vale una vita” è Giuliano Gemma, che ha accettato con entusiasmo di appoggiare l’iniziativa “grazie alla quale molte persone potranno continuare a sorridere e a vivere la loro vita di sempre. E’ infatti, importante – spiega Gemma – non farci distrarre dagli impegni e dalle difficoltà quotidiane, trascurando la nostra salute, unico vero dono prezioso che abbiamo. Regaliamoci perciò, un minuto – conclude - perchè, in certi casi, può bastare davvero per salvarci la vita”. L’efficacia dello screening nel ridurre la mortalità derivata dalla rottura dell’aneurisma aortico addominale è stata dimostrata dallo studio Multicenter Aneurysm Screening Study (MASS) realizzato nel Regno Unito, che ha documentato la previsione di oltre 2.000 morti evitate l’anno. Altre pubblicazioni hanno, poi, dimostrato un rapporto costo/beneficio dello screening per aneurisma più vantaggioso rispetto a quelli per altre patologie dell’età adulta. Il costo per morti evitate all’anno è pari a 1/3 di quello relativo al cancro del polmone e del colon-retto. Una volta individuata la patologia in fase precoce, dunque, l’obiettivo è quello di portarla verso il trattamento. “Il progetto di prevenzione è solo l’inizio di un percorso più completo che deve portare il chirurgo vascolare a proporre al paziente una soluzione del problema con la più bassa percentuale di complicanze - ha dichiarato Carlo Setacci, Vicepresidente SICVE. Per questo SICVE sta partecipando attivamente alla stesura delle Linee Guida Europee per il trattamento dell’aneurisma aortico addominale (quelle italiane sono già state pubblicate lo scorso anno) che saranno presentate il prossimo settembre. La nostra società – continua Setacci – ha, inoltre, in programma di realizzare un registro osservazionale prospettico a livello nazionale per censire i casi di rottura di aneurisma aortico addominale trattati con tecniche chirurgiche “classiche” ed endovascolari, per arrivare ad impostare un trial prospettico randomizzato che possa fornire evidenze scientifiche su quale delle due procedure sia gravata dal minor numero di complicanze e dal minor tasso di mortalità”. Infatti, se fino a 10 anni fa l’unica opzione terapeutica proponibile al paziente con aneurisma dell’aorta addominale era rappresentata dall’introduzione di una protesi attraverso un intervento chirurgico “a cielo aperto”, con l’avvento delle metodiche endovascolari e minivasive è oggi possibile disporre di numerose alternative terapeutiche e personalizzare il trattamento sulla base del quadro clinico del paziente e delle caratteristiche della lesione aneurismatica. Questo ha permesso di ampliare l’indicazione al trattamento nei confronti di pazienti ad elevato rischio chirurgico, come i soggetti anziani, o con controindicazioni assolute per condizioni cliniche incompatibili con l’intervento “tradizionale”.


 

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