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Siia: società ipertensione, cuore a rischio per chi dorme male

Cardiologia Adelaide Terracciano | 15/03/2010 12:59

Cuore a rischio per chi dorme troppo, o troppo poco. Meno di sei ore a notte o più di dieci tra le braccia di Morfeo aumentano il pericolo di problemi cardiovascolari. E anche l'ipertensione può diventare più insidiosa quando si dorme male. Lo spiega, basandosi sui risultati di diversi studi, Alberto Morganti, presidente della Siia, Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa, a pochi giorni della Giornata mondiale del sonno.
Quanto al legame tra sonno e pressione arteriosa, precisa il medico, quest'ultima"gioca un ruolo fondamentale perché normalmente la pressione scende, anche molto marcatamente, durante il sonno rispetto al periodo di veglia". In molti ipertesi "questo calo notturno - continua - non si verifica o, addirittura, si ha una inversione del ritmo circadiano della pressione, con valori più alti nella notte che nel giorno".

 

Questa situazione crea un sovraccarico del lavoro cardiaco che, nel lungo termine, può causare danni gravi a tutto l'apparato cardiocircolatorio. Diversi studi indicano che "queste alterazioni della pressione durante il sonno hanno un peso ancor maggiore di quelle diurne nell'insorgenza di patologie cardiovascolari". "E' verosimile - aggiunge Morganti- che improvvisi rialzi pressori durante il sonno possano essere anche causa di problemi acuti" (ictus cerebrali, aritmia). E tra le cause del mancato calo pressorio durante il sonno ci sono le apnee notturne tipiche di obesi e russatori.

"In queste persone la sospensione del respiro può causare una riduzione di ossigeno nel sangue con l'aumento dell'attività del sistema nervoso simpatico, innalzamento della pressione arteriosa e irregolarità del battito cardiaco".
Il disturbo prosegue anche in fase di veglia, con pressione alta, stanchezza e sonnolenza. Fondamentale, perciò, consiglia Morganti "tenere sempre sotto controllo la pressione arteriosa".

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Fonte: AdnKronos
 

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