Precedenti studi clinici hanno mostrato che gli antagonisti alfa1-adrenergici non sono efficaci nei soggetti con scompenso cardiaco e potrebbero aumentare l’incidenza dell’insufficienza cardiaca quando impiegati nell’ipertensione. Tuttavia, gli antagonisti alfa-1 adrenergici possono essere prescritti ai soggetti con scompenso cardiaco che soffrono di iperplasia prostatica benigna, sintomatica.
Uno studio di collaborazione tra il Baylor College of Medicine e il Veterans Affairs Medical Center, a Houston negli Stati Uniti, si è posto l’obiettivo di determinare l’esistenza di qualche associazione tra impiego degli alfa-1 bloccanti, comunemente prescritti nell’ipertrofia prostatica benigna, e gli esiti clinici dei soggetti con scompenso cardiaco. E’ stato analizzato un database di 388 pazienti con insufficienza cardiaca scompensata nel periodo 2002-2004.
La terapia con bloccanti alfa-1 era stata prescritta nel 25% della popolazione esaminata principalmente per iperplasia prostatica benigna, e non era associata a significativo aumento del rischio combinato di mortalità generale e riospedalizzazione per scompenso cardiaco ( hazard ratio, HR=1.24; p=0.14 ), ospedalizzazione per scompenso cardiaco ( HR=1.20; p=0.31 ), o mortalità per qualsiasi causa ( HR=1.10; p=0.57 ).
Nei pazienti che non stavano assumendo beta-bloccanti, la terapia con antagonisti alfa-1 adrenergici è risultata significativamente associata ad un aumento delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco ( HR=1.
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