Licenziamenti, lutti e violenze sono eventi stressanti, che possono portare alla depressione. Uno studio dei ricercatori del team di Ebherard Fuchs del laboratorio di neurobiologia dell'Università di Gottinga (Germania) punta il dito su questo binomio, rivelatosi insidioso per il nostro cervello.
Secondo gli studiosi, infatti, recenti test eseguiti in laboratorio non lasciano dubbi: stress e depressione inibiscono la crescita di nuove cellule nervose. Un effetto inibitorio che però, avvertono i ricercatori, potrebbe essere contrastato da una terapia anti-depressiva 'ad hoc'.
L'analisi è stata presentata al 21.mo Congresso dell'European College of Neuropsychopharmacology a Barcellona (Spagna). Secondo gli studiosi, che hanno illustrato una sorta di panoramica sulle ultime ricerche in materia, una moltitudine di fattori, dall'apprendimento agli stimoli ambientali, allo stress, regola la generazione di nuovi neuroni nel cervello. Dal momento che gli antidepressivi stimolano la crescita di cellule cerebrali e gliali, le alterazioni cerebrali che si verificano in conseguenza a un forte stress o al 'male oscuro' sarebbero generalmente reversibili. Dunque, sulla base delle ultime ipotesi, secondo i ricercatori in futuro potrebbe essere possibile sviluppare nuove strategie terapeutiche per terapie in grado di disinnescare gli effetti di depressione e stress sul cervello.
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