Sono 10 mila l'anno i figli 'della provetta' in Italia, 3 milioni nel mondo. Nel nostro Paese una coppia su 7 è infertile, 55.437 sono ricorse, nel 2007, alla fecondazione assistita. E le tecniche funzionano, considerando il numero di bimbi venuti alla luce e visto che anche in Italia l'età media delle pazienti è di 36 anni e un parto su 4 avviene in ultraquarantenni. I dati arrivano dal congresso dell'International Society of Gynecological Endocrinology (Isge), in corso a Firenze, a 50 anni circa dalla scoperta delle gonadotropine, sostanze utilizzate per stimolare ovaio e testicoli e indurre la gravidanza. Fra gli specialisti presenti, Bruno Lunenfeld, pioniere nel trattamento basato su questa famiglia di ormoni.
Nel solo triennio 2005-2008, nel nostro Paese, le gonadotropine sono state usate in oltre 200 mila cicli per trattare donne con difficoltà di concepimento: così la stimolazione ovarica ha permesso aoltre 21 mila bambini di venire alla luce. Un risultato ottenuto grazie a un lungo cammino della ricerca, non privo di elementi curiosi. "In Italia - spiega Andrea Genazzani, ordinario di medicina della procreazione e dell'età evolutiva dell'Università di Pisa e presidente del congresso - per ottenere gonadotropine di estrazione urinaria da donne in menopausa furono utilizzate le urine delle suore del Vaticano. In questo modo le religiose contribuirono a rendere fertili un gran numero di donne che non riuscivano a concepire".
"L'evoluzione delle tecniche - prosegue l'esperto - ha reso poi possibile riprodurre le gonadotropine in vitro con procedure di ingegneria genetica, inserendo i geni che codificano le proteine in batteri da cui sono state estratte le gonadotropine ricombinanti". "Negli anni sono stati affinati i processi di purificazione e l'efficacia del prodotto ha potuto essere verificata nel tempo - spiega Lunenfeld, che domani terrà al congresso una lettura magistrale- consentendo di testarne l'utilità nell'infertilità, con l'importante azione di stimolazione follicolare, e la sicurezza". Per gli specialisti, i livelli di purificazione delle gonadotropine di origine umana raggiunti sono infatti assoluti, le tracce di possibili contaminanti talmente minime da non avere mai causato danni pur essendo state utilizzate in milioni di casi.
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