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Chirurgia: autotrapianto di pelle contro la vitiligine

Dermatologia Tania Vuoso | 19/03/2010 13:00

L'autotrapianto di pelle potrebbe essere un modo efficace per trattare la vitiligine. Lo
sostiene un team di ricercatori di Detroit (Usa), che ha trasferito cellule di pelle sana in 32 pazienti che avevano zone del corpo prive di colore proprio a causa di questa condizione. Così i medici hanno scoperto che l'area trattata riguadagnava in media il 52% del suo colore naturale. Non solo. In alcuni pazienti con uno specifico tipo di vitiligine, la zona trattata ha recuperato in media il 74% di colore.
L'intervento è stato effettuato in anestesia locale all'Henry Ford Hospital. "I risultati ottenuti nel nostro studio sono stati di evidente importanza per i nostri pazienti", ha spiegato Iltefat Hamzavi, autore dello studio. Anche se questi sono solo i primi risultati, Hamzavi ha già annunciato che per alcuni pazienti l'intervento chirurgico è risultato più efficace rispetto ai trattamenti standard, come la light therapy o i farmaci. "I pazienti di colore e quelli con vitiligine su un lato del corpo o in una zona specifica possono beneficiare al massimo di questa procedura", ha aggiunto lo studioso.
 

L'intervento consiste nel trapianto di melanociti-cheratinociti, che producono il pigmento di pelle, capelli e occhi. Queste cellule sono prelevate da una zona di pelle sana e separate per produrre una sorta di miscela di cellule della pelle. Il mix viene poi applicato al settore da trattare e coperto con una medicazione appositamente sviluppata, si legge sulla Bbc online. Nello studio 32 pazienti (18 maschi, 14 femmine) tra 18 e 60 anni hanno subito lo speciale intervento chirurgico.

Fra le zone trattate: mani, braccia, gambe, piedi, viso e stomaco. Di fronte alla soddisfazione dei ricercatori, arriva la cautela di alcuni esperti. Secondo Maxine Whitton della Società per la vitiligine, ente di beneficenza del Regno Unito, la tecnica non è adatta per grandi aree, o per una vitiligine diffusa. "Abbiamo bisogno di ulteriori studi su questa tecnica - ha dettola Whitton - anche con sperimentazioni ben disegnate, randomizzate e controllate, che confrontino questa tecnica con altri approcci, come l'innesto" di lembi di pelle. Secondo l'esperta, il metodo potrebbe rivelarsi utile per alcuni pazienti.

Fonte: AdnKronos

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