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Gli italiani refrattari a prevenire problemi cardiologici

Cardiologia | 14/04/2010 20:16

Anche dopo dieci anni di campagne per la prevenzione gli italiani sembrano ancora refrattari a cambiare i propri comportamenti per evitare i rischi cardiovascolari, e anzi obesità e sedentarietà aumentano nella popolazione, soprattutto in quella con un livello socioeconomico più basso. L'allarme viene dall'aggiornamento della carta del rischio cardiovascolare, presentata a Roma durante la IV conferenza sulla Prevenzione promossa dall'associazione dei Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e Istituto Superiore di Sanità. Fra i temi principali della conferenza c'è proprio la 'promozione di stili di vita sani nelle diverse fasce della popolazione', un problema che stando ai dati epidemiologici diffusi, che riguardano uomini e donne tra i 35 e i 79 anni di età e che sono stati confrontati con quelli di un'analoga indagine compita dieci anni fa, e' ancora più che presente.

 Tra gli uomini sono in aumento obesità (dal 19 al 25%), e sindrome metabolica (un insieme di fattori di rischio come glicemia e circonferenza dell'addome, che e' passata dal 24 al 28%), mentre nelle donne questi fattori rimangono alti, anche se invariati (24% per l'obesità, 22% per la sindrome metabolica e 8% per il diabete). I risultati sono ancora più drammatici se si guarda agli strati sociali economicamente più bassi, dove ad esempio l'obesità è al 33% e il diabete al 16%. ''Uno dei modi migliori per realizzare una buona prevenzione cardiovascolare e' 'stratificare il rischio' - spiega Salvatore Pirelli, presidente dell'Anmco - cioè individuare chi, all'interno della popolazione, corre maggiore pericolo di essere colpito da disturbi cardiaci e vascolari''.

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Accanto a questi segnali negativi c'è però anche qualche motivo di ottimismo: ''Qualche buona notizia c'è - ha evidenziato Simona Giampaoli dell'Iss - ad esempio, fra i fattori di rischio, si è rilevato, sia negli uomini che nelle donne, un andamento in discesa della pressione arteriosa, dovuto non solo all'aumentata proporzione di ipertesi trattati adeguatamente, ma soprattutto alla maggiore proporzione di persone con valori di pressione nella norma, grazie a strategie preventive. Quello che studiamo con attenzione - ha aggiunto l'esperta - è oggi il concetto di genetica e di stili di vita: se una famiglia intera e' obesa, potrebbe significare che sia una questione ereditaria. Ma potrebbe anche darsi che tutti i membri di quella famiglia adottino stili di vita sbagliati''.

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