Anche dopo dieci anni di campagne per la prevenzione gli italiani sembrano ancora refrattari a cambiare i propri comportamenti per evitare i rischi cardiovascolari, e anzi obesità e sedentarietà aumentano nella popolazione, soprattutto in quella con un livello socioeconomico più basso. L'allarme viene dall'aggiornamento della carta del rischio cardiovascolare, presentata a Roma durante la IV conferenza sulla Prevenzione promossa dall'associazione dei Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e Istituto Superiore di Sanità. Fra i temi principali della conferenza c'è proprio la 'promozione di stili di vita sani nelle diverse fasce della popolazione', un problema che stando ai dati epidemiologici diffusi, che riguardano uomini e donne tra i 35 e i 79 anni di età e che sono stati confrontati con quelli di un'analoga indagine compita dieci anni fa, e' ancora più che presente.
Tra gli uomini sono in aumento obesità (dal 19 al 25%), e sindrome metabolica (un insieme di fattori di rischio come glicemia e circonferenza dell'addome, che e' passata dal 24 al 28%), mentre nelle donne questi fattori rimangono alti, anche se invariati (24% per l'obesità, 22% per la sindrome metabolica e 8% per il diabete). I risultati sono ancora più drammatici se si guarda agli strati sociali economicamente più bassi, dove ad esempio l'obesità è al 33% e il diabete al 16%. ''Uno dei modi migliori per realizzare una buona prevenzione cardiovascolare e' 'stratificare il rischio' - spiega Salvatore Pirelli, presidente dell'Anmco - cioè individuare chi, all'interno della popolazione, corre maggiore pericolo di essere colpito da disturbi cardiaci e vascolari''.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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