Dal XII Convegno Nazionale CONACUORE, sottolineata l’importanza fondamentale della ricerca nel campo delle malattie cardiovascolari. Attraverso il Fondo Pricard, assegnate le prime quattro borse di studio che prevedono un investimento complessivo di 180 mila euro nel biennio 2010-2011. Rendere disponibili alla comunità scientifica nazionale finanziamenti per la ricerca nel campo delle malattie cardiovascolari assegnati su base competitiva a seguito di una rigorosa valutazione da parte di esperti. Questa l’idea che ha ispirato CONACUORE (Coordinamento Operativo Nazionale Associazioni del Cuore) nell’istituire il Fondo PRICARD, in base al quale circa un mese fa, durante una Cerimonia svoltasi a Palazzo Chigi alla presenza dei sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e Carlo Giovanardi, sono state assegnate le prime quattro borse di studio, che prevedono un investimento complessivo di 180 mila euro nel biennio 2010-2011. “Se la prevenzione è e rimane un’arma fondamentale per contrastare le malattie cardiovascolari, è altrettanto importante investire sempre di più nella ricerca. Dallo sviluppo di questi due ambiti, infatti, dipende in larga misura l’esito della battaglia contro le malattie di cuore” ha dichiarato il Professor Gianni Spinella, Presidente CONACUORE in occasione del XII Convegno Nazionale in corso a Modena (Hotel Baia del Re, 23/24 aprile 2010).
“Nonostante le svariate cause dell’insorgenze delle cardiopatie, siano in gran parte note, la ricerca deve compiere ancora molti passi avanti per contribuire alla riduzione della mortalità e invalidità delle stesse – continua Spinella – E’ importante, ad esempio, poter capire l’origine genetica di alcune patologie, per spiegare perché a parità di fattori di rischio, alcune persone si ammalano ed altre no. Solo così sarà possibile impostare programmi di prevenzione corretti e mirati a chi ne ha effettivamente bisogno”. Potenziare la ricerca è dunque l’obiettivo primario del Fondo Pricard proprio perché le malattie cardiovascolari continuano ad essere le più diffuse, con un’altissima incidenza di mortalità e con un notevole impatto sul Servizio Sanitario Nazionale.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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