L’acne post-adolescenziale è una malattia infiammatoria, la cui causa è sconosciuta. Dati contrastanti sono disponibili per quanto riguarda la correlazione tra acne e fumo. L’obiettivo di uno studio, condotto da Capitanio, Sinagra, Ottaviani, Bordignon, Amantea, Picardo, è stato quello di verificare la frequenza dell’”acne post-adolescenziale clinicamente non infiammatoria (atipica)” o APAA tra le donne, la possibile correlazione con il fumo di sigaretta e le eventuali differenze di composizione del sebo in un gruppo di donne fumatrici con acne, rispetto ai fumatori sani e non fumatori. Durante lo studio sono state reclutate a caso 1046 donne, con età compresa tra 25 e 50 anni. In 60 soggetti femminili selezionati è stata analizzata la composizione del sebo per alfa-tocoferolo, squalene e squalene monoidroperossido.
Dai dati raccolti è emersa un’alta prevalenza di acne post-adolescenziale clinicamente atipica tra le donne (74,6%), una forte correlazione con abitudine al fumo (p <0,0001), così come un aumento del grado di perossidazione del sebo (p <0,05) con una riduzione di vitamina E (p = 0.02), nei soggetti con acne, rispetto ai controlli. Le evidenze cliniche e i dati sperimentali ottenuti hanno quindi mostrato una correlazione retta tra l’abitudine al fumo e l'acne post-puberale, la cui forma clinica non infiammatoria - APAA- è quella è la più frequente. Nei casi più gravi potremmo considerare l’acne post-adolescenziale atipica come una nuova entità ossia l’acne del fumatore.
Negli adolescenti la dermatite atopica è associata a un notevole carico psicologico: maggiore vulnerabilità, rabbia, ansia e insicurezza
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Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Jama Dermatology e condotto presso l'Università di San Francisco su due ampi campioni di individui
L’assunzione del principio attivo Baricitinib, il primo approvato nel 2022 per i pazienti adulti con alopecia areata grave si è dimostrata ancora più efficace sui pazienti curati nella vita reale rispetto a quelli trattati negli studi registrativi
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