Misurarla non è facile come si crede. E la Società italiana dell'ipertensione vara precise linee guida, per medici e pazienti
«È il test diagnostico più vecchio e bistrattato: la maggior parte della gente pensa che chiunque possa misurare la pressione senza sbagliare. Invece, non è affatto così banale: non di rado si leggono valori sballati per colpa di errori di metodo». Nelle parole di Gianfranco Parati, primario di cardiologia all'Auxologico di Milano e docente dell'Università di Milano-Bicocca, ci sono tutti i motivi che hanno spinto la Società italiana dell'ipertensione arteriosa (Siia) a pubblicare per la prima volta linee guida per la misurazione della pressione rivolte a medici e pazienti, riprendendo e ampliando quelle dedicate all'automisurazione da parte dei pazienti diffuse a metà agosto dall'European Society of Hypertension.
Il documento, da cui verrà estratto un opuscolo da consegnare ai pazienti, sarà presentato nel corso del Congresso della Società, a Roma dal 2 al 5 ottobre.
«L'ipertensione è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare ed è un nemico che siamo ancora ben lontani dall'avere sconfitto: moltissimi ipertesi non sanno di esserlo e anche chi ne è consapevole spesso non riesce a tenere la pressione nei limiti. Il primo passo per affrontare il problema, però, è misurarla nel modo giusto» dice Parati.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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