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Dialisi con albumina non solo per chi aspetta un nuovo fegato

Nefrologia Redazione DottNet | 19/05/2010 22:10

Risale a qualche anno fa una nuova tecnologia dialitica, la dialisi con albumina (in acronimo Mars) in grado di sostituire momentaneamente e per brevi periodi la funzione epatica oltre che renale. Ne discuteranno sabato prossimo a Perugia nefrologi, epatologi, internisti, rianimatori ed infettivologi, in un convegno, al Borgo Brufa di Torgiano, sull'evoluzione nel trattamento dell'insufficienza epatica ed epatorenale. Ci saranno - annuncia la Società italiana di nefrologia - i centri leader in Italia ed Europa, tra cui l'ospedale perugino. La tecnologia Mars è nata - spiegano gli organizzatori del convegno - per consentire ai pazienti in attesa di un trapianto di fegato che avevano un ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche di attendere che l'organo da trapiantare fosse disponibile.

 La Mars è un metodo artificiale di sostituzione della funzione epatica e renale. I centri in Italia che hanno una esperienza in questa metodica sono pochi, perché il numero di pazienti che richiedono questo trattamento, peraltro molto costoso, è per fortuna ridotto. Ma l'uso nel tempo della metodica in questione è andato ampliandosi. Con il progredire delle esperienze cliniche si è applicata la dialisi con albumina a pazienti con insufficienza epatica acuta ed acuta su cronica, con lo scopo di rendere possibile la rigenerazione e la ripresa funzionale delle cellule del fegato, che in seguito ad un insulto avevano perso le specifiche caratteristiche funzionali.

Le patologie trattate in questo modo oggi riguardano vari casi: la gestione della lista di attesa del trapianto di fegato, l'intossicazione da farmaci ed altre sostanze esogene, come l'ingestione di funghi quali la amanita phalloides, il prurito incoercibile nell'epatopatico e casi di insufficienza epatica acuta dovuta ad ischemia.
''Questa rapida evoluzione della conoscenza e della tecnologia rappresenta una speranza per tutti coloro che hanno patologie complesse, e che sempre più frequentemente trovano la risposta grazie all'impegno della ricerca, che però è paradossalmente sempre più in difficoltà finanziaria ed organizzativa'', dice il dottor Riccardo Maria Fagugli, referente umbro della Società italiana di nefrologia.

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