Sono 300 mila i bambini italiani con disturbi specifici del linguaggio, l'8% in età prescolare (250 mila ), mentre in età scolare la percentuale scende fino al 2% (50 mila). Ma questo calo di punti percentuali non significa che il problema scompare. Anzi, generalmente si evolve, anche in età scolare fino a 14 anni, in disturbi specifici dell'apprendimento e, in misura minore, in disturbi dell'affettività e della condotta. Qui la prevalenza varia dal 3% al 4%, per numeri arrivano a circa 200 mila casi, tra bambini e ragazzi. Sono i primi dati di uno studio avviato dalla Federazione dei logopedisti italiani(Fli) che ai disturbi dell'apprendimento dedicano il loro congresso nazionale in corso a Bari.
Tra i disturbi di apprendimento c'è la dislessia, particolarmente invalidante. "Ogni genitore - spiega la presidente Fli Tiziana Rossetto - può notare difficoltà di apprendimento del bambino già nel primo anno di scuola. Infatti, dopo pochi mesi, è riscontrabile una incapacità di riconoscimento delle lettere, lentezza eccessiva nella lettura, molti errori nella scrittura. Sia in caso di ritardo che il disturbo dell'apprendimento, è difficile che questo si possa risolvere da solo senza l'aiuto di un clinico esperto, quale può essere il logopedista. Le insegnanti hanno comunque strumenti per segnalare il problema". Sui disturbi di apprendimento "secondo i dati presentati al ministero della Salute all'interno del gruppo di lavoro sulla revisione delle linee guida della riabilitazione - spiega Anna Giulia De Cagno, vicepresidente Fli - mancano riferimenti epidemiologici affidabili e omogenei a livello nazionale. Per esempio la percentuale aumenta dal 3% al 5% a seconda che si consideri solo l'ambito espressivo o si includa anche quello ricettivo. Per questo la Federazione dei logopedisti, in accordo con le maggiori associazioni in Italia coinvolte nei Dsa, ha creato un Comitato epidemiologico nazionale che sta conducendo uno studio proprio su questi disturbi".
Fonte: Adnkronos
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