Uno studio effettuato presso l’Università della Virginia in USA, ha avuto lo scopo di esaminare la sicurezza del bazedoxifene, modulatore selettivo del recettore degli estrogeni, sull'endometrio, sulle ovaie e sul seno in donne in postmenopausa a rischio di osteoporosi. Sono state reclutate per tale studio 1.583 donne sane in postmenopausa, con età media di 57,6 anni, con un punteggio T della densità minerale ossea della colonna lombare o del collo del femore compresi tra -1 e -2,5 e /o altri fattori di rischio per l'osteoporosi. Le pazienti hanno ricevuto un trattamento quotidiano con bazedoxifene 10, 20, o 40 mg, placebo o 60 mg di raloxifene.
La valutazione della sicurezza riproduttiva ha incluso misurazioni periodiche quali l’ecografia transvaginale dello spessore endometriale, il volume ovarico, la presenza di cisti ovariche, la biopsia endometriale periodiche e la segnalazione di eventi avversi. Dai risultati ottenuti è emerso che il bazedoxifene non è associato ad alcun cambiamento significativo dello spessore endometriale basale medio. Inoltre non c'è stato un consenso di diagnosi di iperplasia endometriale o neoplasie in seguito a trattamento con bazedoxifene o con raloxifene, i tassi dei reperti istologici, tra cui polipi endometriali, sono stati bassi (<5%) e simile tra i gruppi.
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
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