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Con la prevenzione, addio infarti e ictus

Cardiologia Redazione DottNet | 22/09/2008 20:49

 Se tutti facessero efficacemente la prevenzione cardiovascolare si potrebbero ridurre della metà gli infarti e gli ictus, 200 mila ogni anno in Italia. Ma la prevenzione da noi è ancora una 'cenerentola', basti pensare che malgrado il 30% degli italiani (ovvero 12-15 mln) sia iperteso, solo metà sa di esserlo e solo metà di questi si cura

Sono i dati riferiti da Salvatore Novo, Presidente della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione, presentando la Giornata Mondiale per il Cuore che si terrà domenica prossima. La prevenzione deve partire dagli studi dei medici di base che potrebbero, compatibilmente col loro tempo, calcolare il rischio cuore dei propri assistiti con le carte del rischio; ''si potrebbero incentivare quei medici - propone Noto - che hanno migliori risultati in termini di minor numero di ricoveri e di eventi tra i propri assistiti''. La carta del rischio è facile da usate e si può compilare anche online sul sito www.

progettocuore.it, spiega Noto, basta inserire i dati quali età, sesso, pressione e colesterolo, la presenza o assenza di diabete e il vizio del fumo. Se il risultato è di un rischio inferiore al 20%, spiega Noto che è direttore di Cardiologia del Policlinico universitario di Palermo, allora basterà modificare gli stili di vita, se superiore (il 15-20% degli over-50 supera questa soglia di rischio) dovrà seguire anche una terapia.

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Promossa dalla Federazione Mondiale per il Cuore col 'motto' 'Conosci il Tuo rischio cardiovascolare', in Italia la giornata prevede varie iniziative tra cui visite gratuite nelle strutture cardiologiche universitarie (aperte dalle 9 alle 20), visite in strutture residenziali per anziani, e all'interno delle Caserme. ''Bisogna che il medico di medicina generale e il cardiologo si impegnino ad 'individualizzare' il rischio, cioè - spiega Francesco Fedele - a misurare il rischio cardiovascolare di ciascun paziente con le carte del rischio e a sottoporre quelli con un fattore di rischio noto ad accurati esami''.

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