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Latte contaminato: l'Europa è in allarme

Nutrizione Redazione DottNet | 23/09/2008 11:29

 L'Europa è in allarme: il latte contaminato in Cina e le drammatiche conseguenze per migliaia di bambini stanno mettendo sotto pressione il sistema europeo di sicurezza alimentare. 

Da Annecy, nell'Alta Savoia francese, dove si è chiusa la prima giornata del Consiglio informale dei ministri dell'agricoltura europei, la presidenza francese dell'Ue sostenuta da almeno 13 partner - tra cui l'Italia - ha chiesto un rinnovato impegno, accompagnato da più controlli, per garantire che i prodotti importati rispettino rigorosamente le severe norme comunitarie. Intanto è in arrivo questa settimana il parere scientifico dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui rischi per la salute umana del latte contaminato in Cina. Al momento tuttavia, nonostante la paura stia investendo molti Paesi asiatici e africani, la commissaria europea alla sanità Androulla Vassiliou, presente ad Annecy, ha voluto essere rassicurante: ''In Europa non c'è nulla da temere'' - ha ribadito - le frontiere sono chiuse dal 2002 alle importazioni di latte e prodotti lattiero-caseari cinesi.

Bruxelles però non sta con le mani in mano e ha chiesto all'Efsa ''se possono esserci rischi per la salute umana da un eventuale utilizzo, nella fabbricazione di un qualsiasi alimento, di una quantità anche minima di melamina'', la sostanza responsabile della contaminazione del latte in polvere in Cina. La commissione Ue è in allerta - ha detto il portavoce di Vassiliou - per ''capire se esistono rischi sui prodotti compositi, come la cioccolata e il pane''.

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La nuova crisi alimentare ha messo in allarme numerosi responsabili europei, preoccupati anche dell'opacità di una parte dell'industria alimentare cinese (migliaia di fabbricanti non sarebbero in possesso di licenze) nonostante l'adozione nel Paese di una legislazione più severa nel settore alimentare. Il presidente di turno, il ministro dell'agricoltura francese Michel Barnier, sembra più che mai deciso ad ottenere un giro di vite in materia di sicurezza alimentare sui prodotti importati con un preciso impegno da parte dei 27 Stati membri. Tuttavia, non tutti i partner europei - dalla Gran Bretagna all'Olanda, ma anche la Germania esita - sembrano ancora pronti a mettere in opera una nuova strategia di controlli sulle importazioni in base ad un'analisi del rischio, come propone la Francia. E questo per timore di essere accusati di protezionismo. Un documento per prestare una maggiore attenzione ai prodotti agricoli e agroalimentari importati e' comunque già da sul tavolo ministeriale. Di fatto, si tratta di applicare rigorosamente le regole europee già esistenti, colmare le carenze, e in seguito introdurre una strategia globale che copra l'intero ciclo d'importazione per tutti gli alimenti più a rischio sanitario. Barnier ha tenuto a ribadire: non vogliamo protezionismo ma sicurezza, i consumatori europei hanno diritto di essere protetti. 

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