Impiantato nell'ospedale Belcolle di Viterbo il primo defibrillatore automatico con controllo remoto. Si tratta di una sorta di 'grande fratello' che sorveglia e monitora lo stato clinico del paziente 24 ore su 24, trasmettendo continuamente informazioni al centro cardiologico di riferimento e allertando il medici nel caso in cui gli indicatori di salute dovessero rilevare anomalie. L'intervento è stato eseguito l'8 giugno scorso dell'Unita' operativa di Elettrofisiologia, diretta da Massimo Sassara, su un uomo di 72 anni affetto da cardiomiopatia dilatativa, una patologia che può portare a morte improvvisa.
Il paziente è in buona salute ed è già stato dimesso. Il paziente, all'atto delle dimissioni, è stato dotato di un particolare apparecchio radiomobile (denominato CardioMessanger) in grado di ricevere segnali a bassa potenza su frequenze emesse dalla protesi e di ritrasmetterli tramite le principali tre reti italiane di telefonia mobile Gsm Gprs al centro servizi. I messaggi vengono poi decodificati e caricati su un'area protetta web riservata al centro che ha eseguito l'impianto. La compilazione e la trasmissione dei dati avviene attraverso un processo completamente automatico e protetto. Il defribillatore impiantato a Viterbo permette di ridurre in maniera significativa il numero di controlli ambulatoriali senza incidere in alcun modo sulla sicurezza del paziente.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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