L'infezione da Hiv favorisce lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, secondo uno studio italiano pubblicato nel numero di agosto della rivista americana Hypertension, che ha riscontrato un aumento della rigidità dell'aorta nei pazienti con questa infezione che non hanno malattie cardiovascolari nè fattori di rischio maggiori per la malattia aterosclerotica.
La rigidità aortica è un indicatore precoce di arteriosclerosi ed un importante fattore predittivo di mortalità e malattie cardiovascolari. Giuseppe Schillaci, Elmo Mannarino e collaboratori della medicina interna, angiologia e malattie da arteriosclerosi dell'università di Perugia hanno esaminato 39 pazienti Hiv non trattati e 78 soggetti sani di controllo. La rigidità aortica è stata misurata con un nuovo apparecchio non invasivo che registra la velocità dell'onda di polso lungo l'aorta. E' risultato che i soggetti con Hiv avevano una velocità dell'onda di polso significativamente più alta rispetto ai controlli, benchè gli sperimentatori avessero escluso dallo studio i soggetti ipertesi, diabetici, ipercolesterolemici e con altri fattori di rischio vascolare.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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