La pizza, o la lasagna, al massimo una volta a settimana come alternativa alla pietanza tradizionale; pasta e pane tutti i giorni, un secondo a scelta tra carne, pesce, uova o formaggi con la possibilita' di alternare anche i legumi; una porzione giornaliera di frutta e verdura, e salumi solo due volte al mese. E' il vademecum del ministero della Salute per la dieta dei bambini italiani che mangiano nelle mense scolastiche. Le norme arrivano nella forma di Linee guida per fornire agli operatori indicazioni per migliorare la qualita' dei pasti nei vari aspetti, in particolare quello nutrizionale.
Il tema riveste particolare importanza alla luce degli ultimi dati statistici diffusi in giugno dal ministero stesso, secondo i quali il 12,3% dei bambini italiani e' obeso, mentre il 23,6% e' in sovrappeso, col risultato che un bambino su tre, 1 milione e 100 mila di quelli tra i 6 e gli 11 anni, e' in sovrappeso o obeso. I bambini che ogni giorno pranzano nelle mense scolastiche sono 1,5 milioni. Per quanto riguarda la distribuzione settimanale di primi piatte, pietanze e contorni, la tabella non contiene grandi sorprese. Accanto alla porzione quotidiana di pasta (con l' alternativa di riso, orzo o mais) e di pane, ecco l'alternanza di carne, pesce, uova e formaggi come secondo piatto, con la possibilita' di aumentare l'offerta di carne e pesce a due porzioni alla settimana, cosi' come 1 o 2 volte e' raccomandata la preparazione dei legumi, anche come piatto unico se associati con i cereali.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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