Prevedere il rischio di Alzheimer in largo anticipo grazie a una 'spia' biologica, con una sicurezza di diagnosi prossima la 100%. E' la promessa di un marcatore presente nel liquido cerebrospinale (cefalo-rachidiano), scoperto da un'equipe coordinata da Geert De Meyer dell'università belga di Ghent, che ha pubblicato la ricerca sugli “American Medical Association's Archives of Neurology”. Dalla fine degli anni '90 gli scienziati di tutto il mondo sono alla ricerca di un segnale biologico in grado di indicare lo sviluppo della malattia più precocemente possibile. Ora questo studio sembra dare i risultati sperati.
Il gruppo belga dell'Adni (Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative) ha infatti lavorato sui dati di 400 persone anziane: 114 con funzioni cognitive normali, 200 con leggeri disturbi cognitivi, 102 con Alzheimer. Nel 90% dei malati hanno identificato lo specifico marcatore biologico, presente anche nel 72% delle persone leggermente disturbate e nel 36% dei sani. Nelle riconferme successive, su campioni più ridotti, i ricercatori hanno seguito 57 pazienti con leggeri disturbi cognitivi per 5 anni. E in questo caso il marcatore ha indicato, con un'efficacia del 100%, la sua capacità di predire l'Azheimer.
Bibliografia: Geert De Meyer et al. Diagnosis-Independent Alzheimer Disease Biomarker Signature in Cognitively Normal Elderly People. Arch Neurol. 2010;67(8):949-956. doi:10.1001/archneurol.2010.179
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