Dai cardiologi europei arrivano nuove linee guida contro la stenosi coronarica, la formazione di 'tappi' che ostruendo le arterie coronarie rischiano di togliere ossigeno ed energia al cuore. Per localizzare il punto preciso in cui le 'autostrade del cuore' si bloccano, per valutare la gravità del restringimento e la composizione della placca coronarica, le nuove indicazioni emerse a Stoccolma dal congresso della Società europea di cardiologia (Esc) promuovono la misurazione di un parametro chiave: l'indice Ffr (Fractional Flow Reserve, riserva frazionale di flusso), promosso nelle linee guida Esc alla "classe 1, con livello di evidenza A". I più alti.
Questo importante cambiamento - sottolinea in una nota St. Jude Medical, azienda americana che sviluppa fra l'altro tecnologie e dispositivi medicali per pazienti cardiopatici - avviene sulla base dei risultati positivi dello studio 'Fame' (Fractional Flow Reserve vs. Angiography in Multivessel Evaluation) pubblicato in gennaio sul 'Nejm', che dimostra risultati significativamente migliori nei pazienti con coronaropatia complessa il cui trattamento è stato guidato dal nuovo sistema di St. Jude Medical per la misurazione dell'Ffr, rispetto a quelli sottoposti solamente alla procedura di angiografia. "L'obiettivo di questo aggiornamento - spiega il cardiologo Stefan James (Uppsala University Hospital, Svezia), membro del board delle linee guida Esc - è utilizzare un approccio più orientato al singolo paziente, dove tutti gli aspetti della malattia vengono presi in considerazione.
Fonte: Nejm
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