Con un test del sangue si potrebbe presto diagnosticare l'Alzheimer o addirittura predire il rischio individuale di sviluppare la demenza senile. La prospettiva arriva da una sperimentazione i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Archives of Neurology. Fare una diagnosi di Alzheimer con un prelievo di sangue sarebbe ben piu' semplice che non usare la risonanza magnetica per 'esplorare' il danno cerebrale o fare un prelievo del liquido cerebro-spinale che e' una procedura dolorosa, ha spiegato Sid O'Bryant della Texas Tech University Health Sciences Center a Lubbock che ha messo a punto il test. Il tentativo di creare un test del sangue che con un semplice prelievo non e' del tutto nuovo.
Gia' alcuni anni fa la rivista Proceedings of the National Academy of Sciences riferiva che un gruppo di ricercatori della Northwestern University, aveva proposto uno strumento sensibilissimo, il 'bio-bar-code', per rintracciare una molecola marcatore della malattia in campioni di sangue e urina. Gli scienziati texani sono andati oltre ed hanno rintracciato nel sangue un centinaio di molecole indicatori di malattia. Gli esperti hanno studiato attendibilita' e accuratezza del proprio test del sangue su pazienti con Alzheimer e persone sane; risultato: ''il nostro successo totale nello scovare i malati di Alzheimer e' pari al 94%.
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti