Font-Ribera L e coll. hanno effettuato uno studio per valutare la relazione tra una corretta attività fisica e la frequenza di asma e/o malattie allergiche in età pediatrica. A tale scopo sono stati monitorati circa 5.738 soggetti, con un’età compresa tra i 7 e 10 anni, attraverso dei questionari al sesto, diciottesimo, trentottesimo, quarantaduesimo, cinquantasettesimo, sessantacinquesimo e ottantunesimo mese dall’inizio di un’attività fisica, per raccogliere informazioni relative ai fenomeni di rinite, dispnea, asma, eczema, febbre da fieno, utilizzo di farmaci per l'asma e potenziali fattori di confondimento. Sono stati inoltre eseguiti dei test di spirometria e prick test cutanei.
Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che lo svolgimento di attività fisiche frequenti non ha aumentato il rischio di asma o fenomeni allergici nei pazienti, anche in caso di bambini atopici. Il gruppo di bambini che praticavano sport più frequentemente ha mostrato un odds ratio (OR) di 0,88 (intervallo di confidenza 95% 0,56-1,38) rispetto al gruppo che praticava con frequenza minore con un’odds ratio (OR) di 0,50 (0,28-0,87) per l’asma, e un aumento di deviazione standard a metà flusso espiratorio forzato di 0.20 (02-,39). Questo primo studio prospettico longitudinale suggerisce che la pratica sportiva non aumenta i fattori di rischio dell’asma o di sintomi allergici nei bambini. L’attività sportiva è associata con maggiore funzionalità polmonare e minor rischio di sintomi di asma, soprattutto tra i bambini con malattie respiratorie pre-esistenti.
Bibliografia: Font-Ribera L et all., Swimming Pool Attendance, Asthma, Allergies and Lung Function in the ALSPAC Child Cohort. Am J Respir Crit Care Med. 2010 Oct 1.
La campagna sarà inaugurata il 1° febbraio al ministero della Salute, con il lancio del video e del podcast, alla presenza del ministro Orazio Schillaci
Al dibattito è emersa l'importante presa di coscienza che il medico sportivo, come polispecialista, ricalca una figura simile a quella di un medico di base
Uno studio mostra la differente espressione di molecole legate all’infiammazione durante la corsa e a riposo.
Al primo posto tra i rischi che corre un atleta c'è la concussione cerebrale
La campagna sarà inaugurata il 1° febbraio al ministero della Salute, con il lancio del video e del podcast, alla presenza del ministro Orazio Schillaci
Al dibattito è emersa l'importante presa di coscienza che il medico sportivo, come polispecialista, ricalca una figura simile a quella di un medico di base
Uno studio mostra la differente espressione di molecole legate all’infiammazione durante la corsa e a riposo.
Al primo posto tra i rischi che corre un atleta c'è la concussione cerebrale
Commenti