Si chiama 'Carpediem' (Cardio-Renal Pediatric Dialisis Emergency Machine) la prima macchina al mondo per assistere neonati con gravi disfunzioni cardiache e renali, che necessitano di una terapia con rene artificiale per sopravvivere. L'eccezionale strumento è stato realizzato all'Ulss 6 di Vicenza, grazie agli studi diretti dal direttore del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto dell'ospedale San Bortolo Claudio Ronco, coadiuvato da Sandro Frigiola del dipartimento di cardiochirurgia del Policlinico San Donato di Milano e da Zaccaria Ricci del dipartimento di cardioanestesia e terapia intensiva pediatrica del Bambino Gesù di Roma. Finora i neonati di peso inferiore ai 3 chili, in caso di insufficienza renale grave (dal 5% al 20% dei casi nelle terapie intensive neonatali) venivano trattati con le macchine per dialisi tarate sugli adulti, con gravi rischi di scompenso o di fallimento della terapia. Il primo modello di 'Carpediem' è stato presentato oggi al San Bortolo di Vicenza, alla presenza fra gli altri dell'assessore regionale alla sanità Luca Coletto.
La macchina, del costo di circa 250 mila euro, è stata realizzata da due ditte italiane, è grande come una macchinetta domestica per il caffè espresso, e ogni suo componente è 'originale': studiato e realizzato specificamente per la prima voltaal mondo. Permette, spiegano gli esperti, di trattare il neonato con insufficienza renale acuta con procedure perfettamente tarate sulle sue caratteristiche, a cominciare dal peso e dalla quantità di sangue circolante nel piccolo organismo: una dialisi miniaturizzata che, secondo i suoi ideatori, potrà salvare molte piccole vite.
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