Le allergie alimentari sono spesso associate all’insorgenza di orticarie da contatto. Asero R. e collaboratori hanno condotto uno studio prospettico al fine di determinare se l’orticaria da contatto è associata ad uno specifico allergene presente in alcuni alimenti. A tale scopo sono stati selezionati ed analizzati 92 pazienti allergici agli alimenti che contengono la Purp 3. A tali pazienti era stata diagnosticata una sensibilizzazione alla proteina trasportatrice dei lipidi (LPT; anche nota come Purp 3) oppure erano soggetti allergici al polline e agli alimenti per sensibilizzazione al Purp 1 e/o profilina Purp 4.
Innanzitutto sono stati condotti dei test cutanei con le proteine allergeniche in forma isolata e sono state analizzate anche le specifiche IgE per la pesca, alimento che contiene la proteina trasportatrice di lipidi. I test hanno confermato la presenza di reazioni cutanee a contatto con gli specifici allergeni dell’alimento. É stato inoltre eseguito un test di controllo con altri alimenti contenenti la proteina trasportatrice di lipidi. I dati raccolti mostrano che il 21 % dei pazienti era affetto da orticaria da contatto, anche se i test da contatto con tali alimenti è stato positivo per tutti i pazienti . L’orticaria da contatto era significativamente più frequente nei pazienti ipersensibili al LPT (63%) rispetto a soggetti con allergia al polline e il cibo (6%; p < 0.
Bibliografia: Kuo HC, et all. Partial Protein-Hydrolyzed Infant Formula Decreased Food Sensitization but Not Allergic Diseases in a Prospective Birth Cohort Study. Int Arch Allergy Immunol. 2010 Oct 25;154(4):310-317.
Negli adolescenti la dermatite atopica è associata a un notevole carico psicologico: maggiore vulnerabilità, rabbia, ansia e insicurezza
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Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Jama Dermatology e condotto presso l'Università di San Francisco su due ampi campioni di individui
L’assunzione del principio attivo Baricitinib, il primo approvato nel 2022 per i pazienti adulti con alopecia areata grave si è dimostrata ancora più efficace sui pazienti curati nella vita reale rispetto a quelli trattati negli studi registrativi
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