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A Pavia asportato cancro e ricostruito seno con bisturi “light”. Primo intervento con questa tecnica in Europa e in Italia

Ginecologia | 08/11/2010 10:47

Il bisturi del chirurgo 'videoguidato' mentre asporta un tumore e ricostruisce immediatamente il seno con l'inserimento di una protesi. Il tutto con cicatrici quasi invisibili a occhio nudo. E' l'intervento minivasivo eseguito su una donna di 45 anni al Policlinico San Matteo di Pavia. Un'operazione "apripista", spiegano dall'Irccs, sottolineando che si tratta "della prima con questa tecnica in Europa e in Italia". Gli unici a usarla nel mondo, sottolineano gli esperti in una nota, "sono stati i giapponesi e i cinesi". Il camice bianco che ha firmato l'intervento è Adele Sgarella, assistita dall'equipe formata dai colleghi Alberta Ferrari, Sandro Zonta, Elisa Bombelli, Anna Mori e Giacomo Concone. L'intervento mininvasivo ha permesso di dimettere la donna nel giro di tre giorni.

"Oltre agli orientali, nessuno aveva mai tentato un intervento di questo tipo - spiega la responsabile della struttura semplice di senologia del Policlinico San Matteo – ora le donne possono contare sulla cura del cancro e, contemporaneamente, superare i terribili disagi psicologici causati da una operazione che lascia tracce irreversibili". L'intervento è possibile su pazienti "portatrici di cancro o su quelle che geneticamente hanno più possibilità di essere colpite dalla malattia". Non è un caso che "al San Matteo sia stato istituito l'ambulatorio delle donne ad alto rischio - afferma Sgarella - dove è possibile iniziare un percorso diagnostico e terapeutico con test genetico che ci permette di identificare le donne che svilupperanno il cancro".

L'intervento 'videoassistito' permette di ingrandire tutti i particolari anatomici e asportare radicalmente la ghiandola mammaria intaccata dal tumore. "Non solo curiamo chi ha già un tumore ma possiamo evitare la sua formazione nelle donne geneticamente a rischio", assicura la specialista. L'operazione è gratuita ed è coperta dal sistema sanitario nazionale. "E' stato possibile ottenere questo risultato - conclude Sgarella - perché c'è stata una collaborazione totale tra professionisti diversi come i chirurghi senologi, quelli plastici e gli specialisti di videolaparoscopia", conclude.

Fonte: AdnKronos

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