Uno studio effettuato presso il Dipartimento di cardiologia della Capital University of Medical Science in Cina, ha analizzato l'effetto della terapia con statine (atorvastatina e simvastatina) sulla mortalità nei pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa non ischemica. Durante lo studio retrospettivo sono stati arruolati un totale di 315 pazienti con cardiomiopatia dilatativa non ischemica, nei quali è stata valutata la possibile associazione tra la terapia con statine al ricovero iniziale e alle cause di mortalità. Con l'analisi single-factor, è stata evidenziata un tasso di mortalità pari al 17,2% nel gruppo di pazienti sottoposti a terapie di statine; questo valore è stato significativamente inferiore nel gruppo di pazienti non sottoposti a terapia a base di statine; inoltre nei pazienti caratterizzati da un peggioramento della funzione cardiaca, NYHA III - IV, la mortalità del gruppo di statine è stato del 17,2%, mentre un tasso di mortalità molto più elevato del 47,4% è stato riscontrato nei soggetti non tratti farmacologicamente con statine.
Con l'analisi multi-fattoriale, tenendo conto di fattori quali l’età, il sesso, la storia di ipertensione, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, i livelli di lipoproteine ad alta densità di colesterolo, i livelli di lipoproteina a bassa densità di colesterolo, la frazione di eiezione ventricolare sinistra, la classe funzionale NYHA, l'uso di inibitori dell'enzima di conversione inibitori, l'uso dibloccanti β, aldosterone e altri diuretici, l'uso di digossina e di calcio-antagonista, è stato riscontrato che il rischio relativo di morte in pazienti trattati farmacologicamente con statine è stato 0,352 (95% IC ,135-0,920, P = 0.033). Nei pazienti con NYHA III - IV, il rischio relativo di morte nel caso di associazione con una terapia con statine è stata 0,250 (95% CI ,081-0,778, P = 0,017).
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Commenti