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Sclerosi multipla, Fazio dà il via libera al metodo Zamboni

Neurologia Redazione DottNet | 12/11/2010 09:49

"Si ritiene che, nel rispetto dei principi etici, deontologici e professionali che devono sempre guidare medici e scienziati verso scelte ponderate e responsabili a tutela dei malati, il trattamento 'correttivo endovascolare' della CCSVI in pazienti con SM, già utilizzato da alcuni clinici, possa continuare". E' quanto si legge nella lettera che il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha inviato agli assessori regionali alla Sanità con oggetto "Raccomandazioni in materia di sclerosi multipla e CCSVI". Una buona notizia per Paolo Zamboni, dunque, e per tutti quei malati di sclerosi multipla che a gran voce hanno invocato l'intervento del chirurgo vascolare.

Nella sua attività di ricerca sulla sclerosi multipla, Zamboni sostiene di aver rintracciato, in uno studio preliminare, una stretta correlazione tra la presenza di diversi problemi venosi, come stenosi o valvole difettose, e la sclerosi multipla. La presenza di depositi di ferro a livello cerebrospinale ha spinto a ricercare una correlazione tra questi patologici restringimenti venosi, da lui ribattezzati sotto il nome di 'Insufficienza venosa cronica cerebrospinale' (o CCSVI), e la sclerosi multipla, partendo dal presupposto che le vie extracraniche del deflusso venoso sono state finora poco studiate nei pazienti affetti da SM clinicamente definita (SMCD). Zamboni ha già effettuato i primi interventi di angioplastica per ridurre le stenosi venose di alcuni soggetti affetti da CCSVI e da sclerosi multipla.

Il trattamento è stato battezzato come 'Intervento di liberazione' o 'Liberation treatment'. Le controversie e gli attriti tra la comunità scientifica e Zamboni si sviluppano sostanzialmente su due punti: la reale correlazione tra Sclerosi multipla e Insufficienza cerebrospinale venosa cronica e la sicurezza sul beneficio clinico reale che l'intervento chirurgico proposto da Zamboni possa portare benefici. Ma la sperimentazione di tali teorie era, fino alla lettera di Fazio, bloccata per motivi burocratici. Del caso si è occupato anche il programma di Italia uno, 'le Iene', e la questione 'SM-Zamboni' ha assunto i toni di una vera e propria battaglia, che ha visto in prima fila anche Nicoletta Mantovani, la vedova di Luciano Pavarotti.
Ora, però, secondo quanto specificato da Fazio, il trattamento può continuare "in centri accreditati a livello regionale per il trattamento delle patologie vascolari- si legge nella lettera- con la garanzia di una procedura di accreditamento diagnostico della presunta patologia effettuata nel rispetto di protocolli diagnostici appropriati e validati della comunità scientifica internazionale; ricorrendo alla procedura emodinamica correttiva solo in presenza di una patologia accertata che condizioni negativamente un fisiologico equilibrio emodinamico; effettuando- prosegue Fazio nella lettera di raccomandazioni alle Regioni- la procedura emodinamica correttiva seguendo criteri e metodologie scientificamente codificati e condivisi; verificando rigorosamente i risultati terapeutici e funzionali con studi clinici controllati". Il giudizio di fattibilità è arrivato dopo che il ministero, considerato l'interesse mediatico che la problematica aveva assunto, ha incaricato un gruppo di esperti di ordinare i dati disponibili e costruire un percorso valutativo razionale del tema.

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