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Roccella, pochi gli italiani all'estero per fecondazione eterologa

Ginecologia | 29/11/2010 11:37

 

"Fa piacere leggere i dati resi noti oggi dall''Osservatorio sul turismo procreativo' sulle coppie che vanno all'estero per la fecondazione eterologa. Nell'incertezza sulle cifre, sulle fonti e sui metodi utilizzati per la rilevazione di un fenomeno molto difficile da monitorare, va sottolineato infatti il basso numero di coppie, solo 2.700, che secondo il rapporto diffuso risultano essersi rivolte all'estero per accedere a questa tecnica vietata in Italia dalla legge 40". Lo sottolinea in una nota il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. "C'è inoltre da considerare - fa notare - che non sappiamo quanti bambini siano effettivamente nati a seguito di questi trattamenti. Ogni anno in Italia nascono poco più di 500 mila bambini e le coppie che accedono alla fecondazione assistita sono poco meno di 60 mila. Colpisce quindi quanto sia bassa la richiesta di fecondazione eterologa nel nostro Paese".

"Dove l'eterologa è permessa - secondo Roccella - si possono misurare concretamente i danni sociali prodotti. In primo luogo la compravendita di ovociti, perché come è noto l''ovodonazione' non esiste e si tratta sempre di commercio, con il conseguente sfruttamento delle donne più povere, spesso a rischio della loro stessa vita. In secondo luogo, la ricerca del padre, motivo per il quale molti Paesi stanno togliendo l'anonimato ai donatori di seme. Infine - sottolinea - i connotati razzisti dell'eterologa, dimostrati per esempio dal fatto che gli ovociti di donne afroamericane non sono richiesti come quelli di donne bianche, oppure da vicende come quella di una coppia bianca irlandese che ha sporto causa alla clinica perché ha avuto un bambino nero".

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Fonte: Adnkronos

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