Per le coppie a rischio di avere un figlio affetto da talassemia, arriva una nuova tecnica di diagnosi prenatale, la celocentesi, che permette di sapere già dal secondo mese di gravidanza lo stato di salute del feto. Un risultato reso possibile dal connubio tra un'eccellenza della ricerca italiana, in particolare siciliana, e l'iniziativa di soggetti privati. Lo studio, condotto all'ospedale 'Vincenzo Cervello' di Palermo da un'equipe guidata da Aurelio Maggio, direttore di Ematologia II, e portato avanti in collaborazione con il ginecologo greco George Makrydimas, è stato infatti finanziato dalla Fondazione 'Franco e Piera Cutino'. La nuova tecnica è stata presentata oggi a Roma, nella sede di rappresentanza della Regione Sicilia.
Lo studio, in via di pubblicazione sulla rivista 'British vJournal of Haematology', è stato effettuato nell'arco di tre anni su 111 gravidanze a rischio talassemia. In un solo caso le cellule presenti prelevate non sono state sufficienti per la diagnosi. Negli altri 110 casi i risultati sono stati sempre confermati dalle amniocentesi di controllo. La celocentesi ha dunque dimostrato di poter dare risultati certi già al secondo mese di gravidanza, uno prima della villocentesi: è questo il principale, ma non unico, vantaggio della nuova tecnica. Il prelievo avviene infatti attraverso la vagina, senza dover perforare sacco amniotico e placenta, in poche parole senza più ago nel pancione e con ridotti rischi di provocare malformazioni al feto. "Di fronte a una diagnosi di talassemia - ha spiegato Maggio - oltre il 90% dei futuri genitori sceglie l'interruzione di gravidanza. Anticipare i risultati al secondo mese consente di ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza e non all'aborto terapeutico. Ma l'aborto non è la sola prospettiva, perché attualmente stiamo facendo degli studi anche sulle possibilità del trapianto di staminali in utero. Inoltre, contiamo di poter applicare la celocentesi anche a malattie come la sindrome di Down o la fibrosi cistica". Si calcola che nel mondo, solo per la forma beta, la più frequente, ci siano 90 milioni di portatori sani di talassemia, circa l'1,5% della popolazione. Di questi, circa due milioni e mezzo sono in Italia, colpita in maniera particolare come tutti i Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo.
Fonte: Adnkronos
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