I risultati pubblicati, spiega Bruno Capitanio, dello staff dell'ambulatorio di dermatologia pediatrica del San Gallicano, "non solo confermano i dati precedenti dimostrando che la Cpaa è la forma più frequente di acne nelle donne adulte, ma associano in maniera evidente questa forma clinica al consumo di sigarette. Infatti, non solo le fumatrici rappresentano il 66% del nostro campione, ma ben il 71,4% delle donne affette da Cpaa fuma abitualmente, il che suggerisce una correlazione diretta tra sigarette e acne non infiammatoria". Inoltre, lo studio distingue tra le donne affette da acne comparsa nell'adolescenza e quelle che l'hanno contratta dopo i 25 anni.
Nel primo gruppo le fumatrici rappresentano il 65%, mentre la percentuale sale all'83,3% nelle donne che ha sviluppato l'acne in età adulta. Ciò potrebbe indicare, secondo gli studiosi, che il fumo ha un ruolo di induzione dell'acne a esordio tardivo. "Il riconoscimento dell'importante ruolo svolto dal fumo sull'induzione e sul peggioramento dell'acne - Aldo Di Carlo, direttore scientifico dell'Istituto San Gallicano - potrebbe contribuire a un'informazione corretta sugli effetti del tabacco sulla pelle e fornire un ulteriore supporto alle campagne di informazione anti tabagismo, in particolare tra gli adolescenti, tra cui la motivazione estetica gioca un ruolo fondamentale".
Fonte: Adnkronos
Negli adolescenti la dermatite atopica è associata a un notevole carico psicologico: maggiore vulnerabilità, rabbia, ansia e insicurezza
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Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Jama Dermatology e condotto presso l'Università di San Francisco su due ampi campioni di individui
L’assunzione del principio attivo Baricitinib, il primo approvato nel 2022 per i pazienti adulti con alopecia areata grave si è dimostrata ancora più efficace sui pazienti curati nella vita reale rispetto a quelli trattati negli studi registrativi
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