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Sic 3/ Niente fondi per il progetto Morte Improvvisa. Proposto lo screening cardiologico per i più giovani

Cardiologia Redazione DottNet | 13/12/2010 20:01

La Fondazione Italiana Cuore e Circolazione – Onlus e la Società Italiana di Cardiologia, attraverso un protocollo d’intesa formato con il MIUR hanno iniziato da due anni una  campagna di diffusione dell’educazione alla rianimazione cardiopolmonare, organizzando in 16 Regioni italiane Corsi BLD‐D riservati a docenti e studenti maggiorenni delle Scuole secondarie di II grado. Questa Campagna che nel 2009 ha portato alla organizzazione di 16 Corsi BLS‐D con il coinvolgimento di circa 600 fra docenti e studenti èattualmente in fase di stallo per la carenza di fondi da parte del MIUR. Erano stati gettati dei germi che rischiano di non germogliare se non si risolve il problema economico.

Nello stesso tempo, il medesimo protocollo d’intesa prevedeva il lancio di una Campagna di Prevenzione della Morte Improvvisa nei giovani attraverso uno screening elettrocardiografico e, ove occorra degli esami più sofisticati, tendenti a rivelare patologie del cuore su base genetica che possono provocare la morte improvvisa nei giovani. I progetti pilota che dovevano iniziare quest’anno sono anch’essi in stand by per la mancanza di fondi da parte del MIUR. Per questo motivo abbiamo avanzato una richiesta al Segretariato Sociale della RAI per ottenere una campagna di raccolta fondi dedicata da mettere in atto nel primo semestre del 2011.  La morte improvvisa può colpire anche soggetti giovani, apparentemente sani. Ne sono affetti all’anno 4‐5 soggetti ogni 100.000 giovani sotto i 35 anni, in pieno benessere. Sono eventi tragici, devastanti dal punto di vista famigliare e sociale: si possono prevenire? Gli studi patologici condotti nell’ultimo ventennio hanno dimostrato che il fenomeno interessa soggetti con malattie cardiovascolari occulte e che lo sforzo o l’emozione triplicano il rischio. Esistono, infatti, cardiopatie perfettamente compatibili con prestazioni meccaniche di cuore anche di livello elevato, che mostrano una vulnerabilità elettrica a rischio di fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco. Si tratta di difetti congeniti (anomalie delle arterie coronarie o del tessuto di conduzione) o malattie genetiche (cardiomiopatie) che possono essere facilmente identificate mediante screening elettrocardiografico. La donna è protetta in età giovanile dal rischio aterosclerotico per il suo assetto ormonale.

Il fumo però, sempre più diffuso fra le donne, è un fattore di accelerazione dell’aterosclerosi, con insorgenza prematura di patologia coronarica ostruttiva, anche nel genere femminile, sotto forma d’infarto miocardico e morte improvvisa. Esistono poi specifiche patologie nelle donne giovani. Fra queste il prolasso della mitrale, caratterizzato da una deformazione dei lembi valvolari, accompagnato da soffio cardiaco e aritmie, talora minacciose per la vita.  Lo screening con l’impiego di un esame strumentale quale l’elettrocardiogramma ha dato risultati eccezionali nella visita per l’idoneità sportiva. Essa è obbligatoria per legge in Italia dal 1982 e ha portato a una diminuzione del 90% dei casi di morte improvvisa fra gli atleti nella Regione Veneto, a dimostrazione della sua straordinaria efficacia. Ma molti giovani praticano attività sportiva non agonistica, per la quale è previsto il certificato medico solo di “sana e robusta costituzione”, con visita medica senza l’impiego di esami strumentali. In questo modo molte cardiopatie occulte non sono svelate e anche lo sport ludico può rivelarsi minaccioso per la vita. D’altro canto, parecchie malattie cardiovascolari silenti possono portare ad arresto cardiaco anche in assenza di sforzo o emozioni, per cui anche soggetti giovani, con vita sedentaria, sono esposti al rischio se la loro malattia non è smascherata. L’abolizione della visita obbligatoria di leva, un tempo un fondamentale momento di screening nei giovani maschi, ha tolto questa possibilità senza sostituirla con altre.

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La Società Italiana di Cardiologia e la Fondazione Italiana Cuore e Circolazione – Onlus, lanciano una campagna di screening cardiovascolare in tutti i giovani di età fra i 16 e 18 anni delle Scuole secondarie di II grado, con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) e gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, per l’identificazione dei soggetti a rischio e la conseguente messa in atto di misure preventive, quale riduzione dell’attività sportiva intensa o la conversione in sport meno impegnativi nonché l’adozione di approfondimenti diagnostici e terapie farmacologiche salvavita. Il progetto consiste di: Elaborazione di un protocollo di screening cardiologico: storia famigliare e personale, esame obiettivo (auscultazione, pressione) ed elettrocardiogramma a 12 derivazioni per tutti i  soggetti giovani dell’ultimo anno delle Scuole secondarie di II grado (età 17‐19 anni), da effettuare a Scuola, con trasmissione telematica del tracciato a macroaree regionali, che fungono da centri di lettura; Impiego dell’ecocardiogramma (esame di 2° livello), Holter ed elettrocardiogramma dopo sforzo massimale, nei casi in cui nasce un sospetto di cardiopatia all’ECG, da effettuare presso Centri Cardiologici Universitari, Ospedalieri o della Cardiologia Ambulatoriale del Territorio, nonché presso le Cardiologie dei Centri di Medicina dello Sport; Approfondimenti diagnostici di 3° livello nei casi non chiariti, con l’impiego anche di tecniche invasive (risonanza magnetica nucleare cardiaca, esame elettrofisiologico, coronarografia, biopsia endomiocardica, mappaggio elettro‐anatomico del cuore) fino alla diagnosi conclusiva e alla definizione di programma terapeutico; Esame genetico con screening dei famigliari, nei casi di malattia eredo‐famigliare geneticamente trasmissibile. Il progetto mira a: Identificare i soggetti affetti da cardiopatie occulte con scelte conseguenti di stile di vita e misure terapeutiche antiaritmiche mirate, al fine di prevenire la morte improvvisa; Rassicurare i soggetti sani (e i loro genitori) allo svolgimento di un’attività sportiva, competitiva  o ludica, senza rischio; In caso di malattie genetiche ereditarie (cardiomiopatie ipertrofiche e aritmogena, compattazione ventricolare, malattie dei canali ionici – sindrome di Brugada, QT‐lungo, cardiomiopatia catecolaminergica), scoprire il difetto genetico e sottoporre anche i parenti di primo grado al protocollo di visita e allo screening genetico, affinché la protezione terapeutica e la prevenzione siano estese anche ai famigliari e abbraccino pertanto una più vasta popolazione, nonché rassicurare i soggetti non portatori del gene malattia. Infatti, il 30‐40% delle morti improvvise giovanili è dovuto a malattie geneticamente trasmissibili, con soggetti a rischio tra i famigliari (genitori, fratelli, figli).

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