Il Cardiologo del domani dovrà essere moderno, completo, aggiornato sulle principali tecniche diagnostiche e tecnologiche riguardanti le malattie cardiovascolari. Inoltre, deve avere un patrimonio culturale che includa non solo la cardiologia clinica ma anche quella sperimentale, la Cardiogenomica e deve avere solide basi di Medicina generale. Alla fine del XX Secolo si era nell’era delle sub‐specializzazioni perchéimportanti innovazioni tecnologiche avevano richiesto un veloce adeguamento tecnico del Cardiologo tradizionale. Il XXI Secolo deve essere, come per tutte le altre discipline scientifiche, il secolo della Medicina in una visione olistica.
Per raggiungere questo obiettivo è necessaria un’integrazione fra strutture universitarie e strutture ospedaliere per evitare la formazione di cardiologi sub‐specialisti fortemente soggetti ad un pressing, talvolta condizionante, da parte di industrie, sia farmaceutiche che elettromedicali. Il rapporto con queste industrie deve essere virtuoso, con al centro l’interesse del paziente. Il ruolo delle Società Scientifiche è anche quello di vigilare affinché non si traggano conclusioni affrettate e non suffragate da sufficiente evidenza, circa procedure, spesso molto invasive, e costose che, alla fine, si dimostrano assolutamente ingiustificate in quella modalità di applicazione, con cardiologi pronti a passare ad un’altra esperienza, altrettanto non validata.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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