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Allopurinolo in adolescenti con ipertensione: studio preliminare

Pediatria Redazione DottNet | 02/10/2008 11:39

Allopurinolo sembrerebbe ridurre la pressione sanguigna in adolescenti con diagnosi recente di ipertensione, secondo il report preliminare pubblicato il 27 agosto sul Journal della American Medical Association. Recenti studi avrebbero suggerito un ruolo causale dell’acido urico nell’ipertensione, ma, in realtà, un aumento dei livelli di acido urico nell’ipertensione potrebbe essere una conseguenza di parecchi fattori. Daniel I. Feig, MD del Baylor College di Medicina di Houston ed i suoi colleghi hanno condotto un trial randomizzato, placebo-controllato, crossover, proprio per studiare se un abbassamento dei livelli di acido urico mediante trattamento con allopurinolo può ridurre la pressione ematica in adolescenti iperuremici di età tra 11 e 17 anni con diagnosi di ipertensione.

30 pazienti sono stati assegnati in maniera randomizzata a trattamento con allopurinolo o placebo per 2 volte/die per 4 settimane e poi ad alcun trattamento per le successive 2 settimane. Al trattamento con allopurinolo è stata associata una significativa diminuzione sia della pressione sistolica che diastolica: con allopurinolo è stata ottenuta una diminuzione media di -6.9 mmHg della pressione sistolica e di 5.1 mmHg della pressione diastolica, mentre con placebo rispettivamente di – 2.0 mmHg e 2.4 mmHg. Le variazioni medie della pressione dovute ad allopurinolo durante 24 ore ambulatoriali sono state di - 6.3 mmHg per la sistolica e – 4.6 mm Hg per la diastolica. La pressione sistolica è aumentata leggermente durante trattamento placebo di 0.8 mmHg, la pressione diastolica è leggermente diminuita di 0.3 mmHg. La diminuzione della pressione ematica in ambulatorio era direttamente correlabile a trattamento con allopurinolo.
20 di 30 partecipanti allo studio hanno ottenuto una pressione ematica normale durante la fase di trattamento con allopurinolo, mentre solo 1/30 ha ottenuto tale risultato durante la fase di trattamento placebo. Questo studio sviluppa di certo nuovi orizzonti terapeutici per il controllo della pressione ematica, con l’obiettivo di agire sulle possibili cause biochimiche che possono determinare ipertensione, ma, nonostante ciò vanno considerati i possibili effetti secondari legati all’utilizzo di allopurinolo ed occorrono dunque ulteriori ricerche ed approfondimenti per affermare la riproducibilità dei dati ottenuti e la generalizzazione di tali dati ad una più ampia fascia di popolazione affetta da ipertensione.
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