Autori: Silvia Chiazza*; Carmelo Sebastiano Ruggeri**
Premessa
L’osteoartrosi primaria è una condizione degenerativa, progressiva da “usura e lacerazione”, presente specialmente dopo i 50 anni e non in linea con l'età. Si stima che il 25-30% delle persone di età compresa tra 45-64 anni ed oltre l’85% dei soggetti ultra65enni, presentino un’artrosi rilevabile radiologicamente. (1) (3) (4) Un importante studio epidemiologico: “PROVA (PROgetto Veneto Anziani) ”, condotto su oltre 3000 ultra65enni, delle province di PD e RO, ha analizzato la frequenza dell’artrosi con studio radiologico, per rilevare il grado di tumefazione e le deformità delle articolazioni interessate. (2) Secondo questa ricerca il 20% dei partecipanti presentava artrosi delle ginocchia. Le gravi limitazioni funzionali e disabilità riguardavano il 14% delle donne ed il 10% dei uomini.
Scopo dello studio: a) integrare la rieducazione funzionale di pazienti sofferenti di gonartrosi femoro-tibiale, media gravità (II grado sec. Kellgren–Lawrence) con rieducazione propriocettiva. b) Verificare se l'inserimento in un percorso riabilitativo, comporti un miglioramento dei risultati, sulla base di variabili, rilevate all'inizio ed alla fine del trattamento, in particolare sul dolore muscolo-scheletrico e sull'aspetto funzionale.
Materiali e metodi: sono stati coinvolti 10 pazienti (7 donne e 3 uomini) con studio caso-controllo. Criteri d'inclusione principali: presenza di gonartrosi monolaterale di 2° grado (scala Kellgren- Lawrence) e sintomatologia algica da almeno 6 mesi.
Il campione è stato diviso in 2 gruppi omogenei. Entrambi i gruppi hanno ricevuto un trattamento classico (linee guida Nice) (5). Il gruppo sperimentale ha ricevuto, in aggiunta un training propriocettivo, costituito da: esercizi in scarico e carico, anche con tavolette di Freeman di diversa stabilità, secondo una precisa progressione. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un ciclo riabilitativo di 10 sedute. Durante tale ciclo non hanno ricevuto altre terapie né di tipo fisico, né farmacologico. Ad inizio ed a fine trattamento sono stati valutati e misurati: a) il dolore (scala Analogica Visiva VAS). b) L'escursione articolare (misurazione goniometrica manuale). c) La forza muscolare dell'apparato estensorio del ginocchio (modello Kendall). d) Il deficit funzionale (test dei 6 minuti di marcia 6WT, sottoscala "funzionalità" Womac, test di stabilità dinamica con pedana stabilometrica computerizzata Biodex modello 3.06).
Risultati:anche se, in entrambi i gruppi, è stato rilevato una diminuzione del dolore, il gruppo trattato con esercizio propiocettivo ha ottenuto risposte più efficaci. La variazione media è di 3 per il gruppo sperimentale e di 0,8 per il gruppo controllo. Anche con il test 6WT si è visto un miglioramento medio di 57,8 m rispetto al gruppo non trattato che ha ottenuto un miglioramento medio di 25,4 m. Stessa situazione è stata osservata per la sottoscala "funzionalità Womac”. Il test di stabilità dinamica, infine, ha confermato il miglioramento della funzionalità articolare nei soggetti sottoposti a training propiocettivo, rispetto ai controlli.
Conclusioni:si può affermare che il training propriocettivo determina un miglioramento, effettivo, sia sul piano della funzione articolare come e soprattutto sulla sintomatologia dolorosa, a prescindere da qualsiasi altro trattamento fisico e farmacologico. Si auspicano ulteriori futuri approfondimenti, condotti su un campione di popolazione più ampio, per stabilire in maniera più pregnante il ruolo della rieducazione propriocettiva condotto su pazienti anziani, sofferenti di disabilità deambulatoria secondaria ad artrosi del ginocchio.
Bibliografia essenziale:
*Fisiochinesiterapista... Indirizzo per corrispondenza:silviachiazza@yahoo.it
** Dirigente medico ospedaliero UO Geriatria VE
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