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Ipotermia per recuperare i pazienti con ictus ischemico

Neurologia | 24/01/2011 19:08

In futuro il recupero dei pazienti affetti da ictus ischemico potrebbe passare attraverso l'ipotermia 'terapeutica', cioe' dal raffreddamento del corpo, con diverse modalita', dalla copertina refrigerante all'iniezione di infusione salina a 4 gradi. A promuovere la ricerca e' il consorzio EuroHYP, che a Bruxelles ha organizzato una riunione con esperti a livello europeo. L'obiettivo finale e' quello di ottenere un finanziamento di 12 milioni di euro dalla Commissione Ue e altri 4 milioni da universita' ed enti privati, per partire con una sperimentazione su 1.500 pazienti in tutta Europa, per cinque anni, a partire dal 2012.

 Nel progetto sono coinvolti 80 ospedali in 21 paesi, inclusa l'Italia 'L'ictus - spiega Malcolm Macleod, dell'Universita' di Edinburgo e a capo di uno studio pilota - e' un potente killer: ogni giorno almeno mille europei muoiono di infarto, circa uno ogni 90 secondi, e circa il doppio sopravvive ma rimane disabile. Secondo noi l'ipotermia potrebbe migliorare il recupero di oltre 40mila europei ogni anno'. 'I centri italiani interessati a partecipare al protocollo - afferma Francesco Orzi, direttore di Neurologia all'Ospedale Sant'Andrea - sono undici, da Roma a Firenze, Milano, Lecco, Verona e Treviso'. 'In citta' come Roma - aggiunge Orzi - ci sono circa 20 casi al giorno e in Italia sono circa 190mila ogni anno.

Circa il 20-30% si ristabilisce completamente in un mese, ma circa il 20-25% muore nel giro di un anno, specie nel primo mese. Gli altri non recuperano completamente, soffrono di disabilita' motorie o cognitive che rimangono'. L'idea e' quella di intervenire portando il paziente ad una temperatura di 35 gradi nelle prime sei ore dopo l'ictus ischemico. 'Questa terapia consentirebbe - afferma Orzi - di ridurre la disabilita' associata all'ictus. I dati sperimentali sono fortemente incoraggianti, ma manca una validazione scientifica'.

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