Lo studio che individua nell'interazione tra alti livelli di una proteina del sistema immunitario, l'interleuchina 15 e un derivato della vitamina A, l'acido retinoico, la causa scatenante della celiachia, ''mette in discussione ricerche precedenti che attribuivano alla vitamina A un ruolo protettivo e aggiunge un altro pezzo del puzzle alla conoscenza dei meccanismi della malattia''. Così, Alessio Fasano, direttore del centro ricerche sulla celiachia dell'università del Maryland, negli Stati Uniti commenta lo studio dell'università di Chicago, pubblicato su Nature.
''E' come se l'interleuchina venisse 'armata' dall'acido retinoico - aggiunge Fasano - che era considerato protettivo''. E' un'evidenza ''sorprendente'', un'inversione rispetto alla letteratura esistente e Fasano invita alla prudenza, considerato che la ricerca americana è stata fatta su animali. Alla luce dei dati, Fasano si chiede quale possa essere l'applicazione di questa scoperta, dal momento che ''non è possibile fare a meno della vitamina A, elemento integrante della nostra dieta mentre è possibile bloccare l'interleuchina 15, anche se in trial clinici umani non si è vista la regressione dei sintomi della celiachia, come accaduto nei topi della ricerca di Chicago''.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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