La sinestesia viene definita come il mescolamento di percezioni pertinenti a due o più sensi. Alcuni studiosi ritengono che le persone affette stiano semplicemente rivivendo ricordi e associazioni infantili. Tale ipotesi teorica ci conduce alla corrente di pensiero dell’Associazionismo che ha fatto scuola non soltanto nella teorica Freudiana. Altri AA. hanno rivolto la loro attenzione allo studio del senso della “metafora”: la sostituzione di un lessema con un altro. Tale opinamento, a nostro avviso, può essere esteso anche a livello del pensiero ( litote, antifrasi …), della dizione ( dieresi, contrepèterie …) e della costruzione ( paratassi, ellissi, etc.).
Tuttavia, per essere conformi alla realtà della formazione della designazione di una qualsiasi figura o tropo dobbiamo tener presente che tutte queste forme hanno “senso” soltanto quando sono creatrici di “senso”: ossia quando vengono rappresentate e vissute come un “senso”. E’ chiaro che al di là di tutte queste figure rappresentative ci deve essere un’ isotopia di base che non può tener conto della post-differenziazione, poiché ciò che determina è la mera struttura biologica. Potremmo dire che lo stesso lessema è in sinestesia col morfema e col semema, se abbiamo l’obiettivo di studiare il percorso dialogico rappresentativo. Tutto questo ci pone, però, nella condizione di poter ben osservare e rapportare il gesto al linguaggio con la conseguente espressione linguistica. E’ stato anche studiato se la sinestesia è autentica. Noi siamo un po’ perplessi nel considerare tale ipotesi, poiché riteniamo che nella rappresentazione fisio-patologica è ciò che si percepisce che diventa sintomatologico. E’ chiaro anche che essendo lo stesso sintomo una rappresentazione sinestesica, per la correlazione sintomatica, può essere o meno determinante, ai fini strutturali, per cui il “vero” ed il “falso” non sono differenziabili. Sotto questo aspetto, la “psicosomatica” dovrebbe essere rivisitata nella propria considerazione strutturale diagnostica. Bisogna,altresì, chiarire che la ricerca strutturale non è indirizzata alla fisiologia o alla fisiopatologia – non vi è dicotomia –dell’organo o apparato, ma alla struttura biologica-individuale. Allo studio della sinestesia sono state indirizzate anche ricerche per comprendere i fattori neurobiologici.
Enrico Venga
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