Il coinvolgimento del paziente nella scelta dei tempi di somministrazione del farmaco per trattare l'anemia renale rende più efficace la terapia. E' quanto emerge dal Forum nazionale di nefrologia Amgen Dompe' patrocinato dalla Sin, societa' italiana di nefrologia, che si sta svolgendo ai Giardini Naxos a Messina. 'Nella scelta della terapia è importante coinvolgere il paziente - dice Rosanna Coppo, direttore del reparto di nefrologia, dialisi e trapianto dell'ospedale Regina Margherita di Torino - che in prima istanza opta sempre per il trattamento medico rispetto alle trasfusioni, che possono comportare però rischi di infezione e di immunizzazione'.
Nel trattamento dell'anemia renale l'Italia si conferma all'avanguardia e in linea con le più recenti posizioni internazionali. 'La società europea di nefrologia, ERA-EDTA - dice Francesco Locatelli direttore del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto renale dell'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco - ha pubblicato a giugno un documento in cui evidenzia i rischi legati alle trasfusioni, da evitare il più possibile. Obiettivo del trattamento medico non è solo raggiungere i valori ottimali, ma raggiungere tali valori usando la dose più bassa possibile di farmaci, ottenendo quindi una personalizzazione della terapia'. D'ora in poi i 6 milioni di Italiani che hanno una malattia renale potranno essere curati al top delle conoscenze mediche grazie a Nephromeet, la prima piattaforma virtuale che collega oltre 1800 nefrologi di tutta Italia.
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E' una malattia renale autoimmune che compromette la funzione del rene: circa un terzo dei pazienti con nefropatia membranosa progredisce verso la fase terminale
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