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Finger Food in geriatria

Geriatria Enrica Vigato | 25/04/2011 19:03

Una strategia per favorire l’autonomia e la qualità della vita  negli anziani con deterioramento cognitivo. - Nell’ambito di un Conferenza Stampa che si è svolta mercoledì 19 Aprile u.s. è stato presentato il Progetto Finger Food in Geriatria.

Alla Conferenza hanno partecipato : Mario Cavalli, Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Afro Salsi  Direttore del Dipartimento Medicina Interna dell’Invecchiamento e malattie Nefrologiche – Maria Lia Lunardelli, Direttore dell’ Unità Operativa di Geriatria – Luisa Sist, Coordinatrice Infermieristica del PARE e Nadia Sabbatini Coordinatrice del Servizio Dietetico. Il Finger Food consiste in alimenti  che possono essere portati alla bocca direttamente con le mani senza l’ ausilio delle posate. Nell’ Unità operativa di Geriatria diretta dalla Dott.ssa Maria Lia Lunardelli  del Policlinico S.Orsola-Malpighi si è sviluppato un   modello di gestione multiprofessionale del paziente con demenza ricoverato in ambiente ospedaliero. La “Delirium room”  rappresenta una risposta innovativa alle  problematiche assistenziali di queste persone che frequentemente si ricoverano in Ospedale anche per la presenza di comorbilità che complicano la demenza.Si stima che circa il 20% dei pazienti ricoverati in ospedale sia affetto da patologia dementigena e il 60% di questi da  demenza di grado severo. Il nuovo modello assistenziale multiprofessionale e multicomponente realizza in maniera concreta  ciò che viene  inteso come centralità della persona e dei suoi bisogni, riorganizzando gli spazi di degenza  e di vita, le routine assistenziali  e  integrando tutte le professionalità  in un progetto unico.

Uno degli aspetti qualificanti del progetto di cura è l’attenzione posta al mantenimento dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana, stimolando e supportando  la persona e promuovendo le abilità funzionali residue. L’alimentazione, come le altre attività di base che ognuno di noi compie  quotidianamente, è condizionata dall’ integrità delle capacità cognitive (riconoscere il cibo e gli utensili, prestare attenzione al pasto), comportamentali (apatia, agitazione, allucinazioni visive, deliri) e funzionali (limitazioni osteoarticolari o motorie della mano)  per cui un deficit in alcune di queste aree o in  tutte rende impossibile alimentarsi da solo e in modo soddisfacente sia sul piano nutrizionale che del gusto.

Per questi motivi, assistere l’anziano con queste limitazioni è uno degli aspetti più importanti da sorvegliare .

Infatti, in molti casi il momento del pasto diventa particolarmente critico e può di per sé scatenare comportamenti agitati o aggressivi e contribuire a determinare nel tempo uno scarso apporto nutrizionale fino alla  malnutrizione.

In tali situazioni diventa indispensabile ricorrere a   strategie volte a compensare,  con una logica di tipo protesico,  i deficit cognitivi, comportamentali e funzionali rendendo l’attività più semplice,  più gradevole e in definitiva  più gratificante perché compiuta senza dipendere dagli altri.

La  strategia che è stata messa in atto,  grazie alla collaborazione tra i professionisti del reparto con il servizio dietetico e quello della ristorazione ospedaliera,  è rappresentata dall’introduzione di una diversa modalità di preparazione e presentazione  del cibo che si realizza nel Finger Food ”  con lo scopo di  valorizzare le competenze residue della persona e consentirle di  alimentarsi  con le mani  e  in completa autonomia.

Per informazioni:

Letizia Maini, Ufficio Stampa Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Tel. 0516361230 Cell.348/3003303

 

 

 

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Enrica Vigato

Direttore Editoriale

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