I disturbi alimentari (bulimia e anoressia) non sono solo patologie dell’alimentazione
ma veri e propri disturbi della sfera psichica e sessuale. Per questo va posta attenzione alla scelta contraccettiva. E la scelta della via transdermica può risultare quella più adatta.
La pressione culturale sulla magrezza, vissuta come ideale dell’ “Io”, e sull’apparenza fisica, intesa come pilastro del valore personale, causano un contrasto tra la forma ideale e il nutrirsi, soprattutto nelle giovani donne1. La conseguenza è un comportamento distorto nei confronti del cibo, i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), meglio noti come Bulimia e Anoressia Nervosa.
Nella bulimia ci si “abbuffa” di cibo per poi eliminarlo con lassativi o vomito autoindotto, nell’anoressia si rifiuta il cibo con, di conseguenza, una forma corporea caratterizzata da eccessiva magrezza. In Italia ne sono colpite oltre 300.000 donne in età fertile. Si tratta di un dato molto sottostimato: fino al 50% dei casi, infatti, il DCA può rimanere a lungo ignorato, per l’elevata incidenza di forme precliniche/borderline e per l’ostinata rimozione-negazione del disturbo da parte della persona che ne soffre. In tutte queste situazioni, il corpo e il cibo vengono usati per esprimere un disagio psicologico, conseguenza di diversi fattori scatenanti, con importanti complicanze sulla salute della donna1 e sulla sfera contraccettiva.
“Si tratta di problematiche serie, sempre più diffuse nella società, che vanno affrontate con un approccio multidisciplinare in cui va preso in considerazione, però, anche l’aspetto contraccettivo, spesso trascurato - spiega la Prof.ssa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano - Tanto i comportamenti di tipo anoressico quanto quelli di tipo bulimico, infatti, non solo hanno conseguenze rilevanti sul piano della salute psicofisica della donna ma possono compromettere l’efficacia del contraccettivo orale. Tra i metodi ormonali, il cerotto contraccettivo, che non richiede di essere assorbito per via gastrointestinale, risulta un metodo efficace anche in presenza di DCA“.
BULIMIA E SCELTA CONTRACCETTIVA
La bulimia si caratterizza come un comportamento che alterna frequenti abbuffate di cibo a “condotte di eliminazione” quali vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
“Anoressia e Bulimia non sono solo DCA: sono veri e propri disturbi sessuali - sottolinea il Prof. Emmanuele A. Jannini, Professore di Endocrinologia e Coordinatore del primo Corso di Laurea in Sessuologia dell'Università Italiana, all’Aquila - La bulimia è spesso caratterizzata da un’ossessione per la forma fisica e dalla rappresentazione “sessuale” del proprio corpo che si cerca di raggiungere con diete rigide, impraticabili. Compaiono così le abbuffate e le conseguenti condotte eliminatorie. Simili alla bulimia sono i Disturbi da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorders) e i Disturbi da Alimentazione Notturna (Night Eating Disorders), nuove forme di DCA, che si differenziano però dalla prima perché le abbuffate non sono seguite da condotte eliminatorie per la perdita di peso. In questo contesto, è importante capire che le abbuffate caratteristiche della bulimia sono il sintomo di un disagio e l’illusoria soluzione dello stesso, o meglio, la risposta impulsiva a un’angoscia che la ragazza non riesce ad affrontare sul terreno psicologico, affettivo ed esistenziale. Un disagio, frutto di fattori socioculturali, psicologici, interpersonali e biologici, che sfocia in comportamenti di tipo compulsivo, non solo nei confronti del cibo, ma anche di alcol o di altre sostanze e del sesso, nella così denominata bulimia sessuale. Sono donne voraci di cibo e di uomini; ma né l’uno, né gli altri dà loro piacere. Proprio questa assenza del “principio del piacere” fa agire queste donne in territori a rischio, dove la contraccezione svolge un ruolo essenziale” .
“Per questo tipo di donna, infatti, - continua la Prof.ssa Alessandra Graziottin - la scelta del contraccettivo diventa un problema particolarmente importante non solo per la sua sessualità compulsiva ma, soprattutto, per i frequenti episodi di vomito autoindotto e per l’abuso di lassativi normalmente autoprescritti e spesso acquistati in erboristeria per l’erronea convinzione che, essendo naturali, siano innocui. Entrambi i comportamenti, infatti, espongono la donna bulimica che assume contraccettivi ormonali per bocca al rischio di mancata copertura contraccettiva.
I SEGNALI DI SCIVOLAMENTO VERSO BULIMIA E ANORESSIA
“Sono tre i tipi i segnali da cogliere – evidenzia la Prof.ssa Graziottin – Il primo sul fronte del comportamento alimentare, con la tendenza a ridurre la quantità di cibo, selezionare solo alcuni cibi (per es. carote, insalata e mozzarella), “cincischiare” con il cibo mentre si cena con il resto della famiglia, nascondere residui di cibo in camera. Da considerare anche il frequente e prolungato soffermarsi in bagno, gli attacchi di fame notturni, il calo ponderale marcato o le frequenti variazioni del peso corporeo. Il secondo sul fronte psicologico: eventi ed esperienze negative o traumatiche, delusioni sentimentali, l’uso frequente della bilancia, la distorsione dell’immagine corporea, le difficoltà a esprimere emozioni e sentimenti. Il terzo sul fronte ginecologico: perdita del ciclo (amenorrea), sanguinamento tra un ciclo e l’altro, irregolarità mestruale, alterazioni della sfera sessuale, gravidanze indesiderate o aborti spontanei. In questi casi il disturbo ginecologico è alimentato dal difficile rapporto con il cibo e dalle problematiche psicosessuali e relazionali che lo sottendono. Ciò vale sia per la bulimia che per l’anoressia, l’altro problema alimentare. Questi tre semafori rossi sono i primi segnali che vanno colti per accorgersi dello scivolamento verso un disturbo del comportamento alimentare, prima che questo si manifesti completamente: dovrebbero allertare la famiglia, oltre che la giovane donna, inducendola a cercare un aiuto qualificato medico e psicologico”.
SCELTA CONTRACCETTIVA, PRIMA E DOPO L’ANORESSIA
L’anoressia si caratterizza per un atteggiamento restrittivo o compulsivo nei confronti del cibo dovuto a un’alterazione del modo in cui si percepisce il proprio peso o forma del corpo. “Anche l’anoressia può essere considerata come un sintomo di disagio sessuale: una ricerca dello status infantile presessuale, caratterizzata dalla perdita delle mestruazioni (amenorrea), ottenuta, più o meno coscientemente, attraverso la diminuzione del peso. Da questo punto di vista, è possibile identificare tre tipologie di anoressia – spiega il Prof. Emmanuele A. Jannini – Accanto, infatti, all’anoressia conclamata in cui non si manifesta il ciclo mestruale e c’è un sostanziale disinteresse/rifiuto per l’attività sessuale, sono frequenti le forme precliniche e borderline: le prime precedono la vera e propria anoressia conclamata, le seconde sono lo stadio successivo alla forma conclamata, in cui si sta iniziando a superare il problema con il cibo. Entrambe sono comunque caratterizzate da condotte di eliminazione, presenza di un ciclo mestruale irregolare (oligomenorrea) e attività sessuale”.
“La normale attività di coppia e il ciclo mestruale, che seppur irregolare può essere ovulatorio – continua la Prof.ssa Graziottin - espongono le donne anoressiche precliniche e borderline al rischio di gravidanze indesiderate. E, come per le donne bulimiche, la tendenza all’abuso di lassativi autoprescritti e al vomito autoindotto possono ridurre drasticamente l’efficacia del contraccettivo assunto per bocca, come la pillola. Inoltre, poiché la paura di ingrassare potrebbe ridurre il ricorso ai metodi ormonali, il contraccettivo transdermico, che non influenza peso e composizione corporea, è una scelta adatta anche in caso di anoressia”. “Il cerotto contraccettivo – conclude la Prof.ssa Graziottin – può porsi come la scelta da fare in presenza di disturbi del comportamento alimentare. Rappresenta una valida protezione sul piano contraccettivo e un ausilio per la regolarizzazione del ciclo mestruale, rassicurando la donna ed evitando che il rischio di gravidanze indesiderate rappresenti un ulteriore fattore ansiogeno che si va ad aggiungere ai già numerosi presenti” .
BIBLIOGRAFIA
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10. Piccoli A et al. Nutrition Journal 2008; 7:21.
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12. Barone G. Bollettino di Ginecologia Endocrinologica 2010;4:43-47.
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