Dal Veneto arriva una proposta dai medici di famiglia: negare la sostituibilità dei farmaci generici nei trattamenti cronici degli 'over75'. "Una proposta condivisa da Federfarma – informa la Federazione italiana medici di famiglia Veneto - e che mira a garantire maggiore tutela della compliance terapeutica. A trarne beneficio saranno in primis i pazienti ultra75enni, spesso a disagio nel mare magnum di confezioni, forme, colori di medicinali cosiddetti 'equivalenti' in terapie croniche. L'appello ai farmacisti è dunque di mantenere la prescrizione decisa dal medico di famiglia, che eviterebbe il disorientamento di cui i pazienti fragili e sottoposti a più di una terapia cronica sono le prime vittime: nomi e colori delle confezioni di medicinali che cambiano di frequente, variazioni negli eccipienti del farmaco generico rispetto all'originale che possono causare problemi di assorbimento nel paziente".
"Un tavolo di concertazione tra medici di famiglia e Federfarma - ha detto Lorenzo Adami, segretario Fimmg Verona, tra i promotori della richiesta di accordo tra Fimmg Veneto, Federfarma e Regione - è già stato attivato. Il secondo passo deve andare verso una collaborazione fattiva per evitare il rischio che farmaci sostituiti creino complicazioni nei pazienti fragili. A noi medici il compito di stampare la dicitura 'non sostituibile' sulle ricette di tutti i pazienti a rischio, ai farmacisti il rispetto della nota e la tempestiva comunicazione di eventuali criticità al medico". "L'ipotesi presentata è molto interessante e credo ci siano tutti i presupposti per l'ufficializzazione dell'accordo - ha detto Marco Bacchini, presidente di Federfarma Veneto - che porterà farmacisti e medici di famiglia a condividere un percorso verso la non sostituibilità dei generici con altri farmaci equivalenti, per la tutela dei pazienti identificati come fragili". Ma gli anziani hanno anche altri problemi, relativi all’assunzione di farmaci, soprattutto per quanto riguarda gli effetti collaterali. Il dato, in pubblicazione a fine giugno sugli Archives of Internal Medicine, la dice lunga sulla propensione a prendere farmaci da parte delle fasce di età più alte della popolazione. La maggior parte degli intervistati dalla geriatra americana ha spiegato di aver paura degli effetti collaterali delle medicine e di non voler prendere neppure una pastiglia in più oltre quelle già prescritte. E anche se gli eventi avversi ipotizzati in questo caso potrebbero essere derubricati a piccoli fastidi, nulla da fare, la pillola proprio non va giù.
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