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Nel 2050 oltre il 35% degli italiani sarà over 65. Fazio: essere anziani sarà un’opportunità e non un problema

Geriatria Silvio Campione | 16/06/2011 19:08

Oggi in Italia il 20% della popolazione è rappresentata da over-65 e nel 2050 'tale percentuale salirà al 35%: essere anziani deve sempre diventare un'opportunità e non un problema'. E' il messaggio lanciato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto all'assemblea di Federanziani nell'ambito del forum della sanità, Sanit, in corso a Roma. Gli anziani, ha sottolineato il ministro, 'hanno il 50% di probabilità di andare incontro a malattie croniche che oggi non possiamo più curare negli ospedali, perché non è giusto che un anziano entra ed esca continuamente da un ospedale.

Le patologie croniche negli anziani - ha proseguito Fazio - vanno cioè gestite sul territorio e vanno prevenute prima ancora che curate'. A questo proposito il ministro ha ad esempio ricordato l'avvio di un progetto specifico per promuovere l'esercizio fisico negli anziani al fine di prevenire varie malattie e 'stiamo anche studiando - ha annunciato - un progetto finalizzato a far lavorare gli anziani anche dopo la pensione attraverso, ad esempio, l'utilizzo del computer'. Per dare soluzione alla gestione della malattia cronica nell'anziano, ha quindi rilevato Fazio, 'è dunque necessaria una maggiore integrazione tra assistenza domiciliare, territoriale e ospedaliera, oltre a progetti di prevenzione, ma fondamentale - ha aggiunto - è anche la riforma del sistema dell'emergenza-urgenza per abbattere le code nel pronto soccorso'. In particolare, 'a questo proposito - ha concluso il ministro - abbiamo avviato il progetto 'codice argento', ovvero un percorso privilegiato per l'anziano fragile in pronto soccorso che prevede anche una successiva assistenza in un percorso di continuità assistenziale. Il progetto è già avviato in quattro regioni'. Già, ma perché il ministro sostiene che gli anziani sono una risorsa? Ecco i numeri, dunque: “vale 24 miliardi di euro l'anno il lavoro non retribuito dei nonni baby-sitter italiani-  dice ilpresidente di Federanziani, Roberto Messina -.

In Italia sono 1 milione i nonni impiegati a tempo pieno come baby-sitter dai propri figli, e 3 milioni quelli 'impiegati' a tempo parziale”. Questo, ha sottolineato Messina, 'ha significato per le famiglie un -67,7% della spesa nel periodo 2002-2010'. Ed ancora: Ammontano a 4 miliardi, secondo i dati di Federanziani, i redditi da pensione investiti ogni anno per figli e nipoti.Numeri, ha rilevato Messina, che dimostrano come gli anziani rappresentino sempre di piùuna risorsa. E le conferme non mancano anche in altri settori: 'Gli anziani, ad esempio - ha rilevato Messina - sono il 22% dei 23 milioni di turisti italiani, ed il loro contributo al comparto turismo èpari a 3 miliardi l'anno. Sono loro, cioè, il 'motore' per questo settore'. Un altro esempio èdato dal settore della farmaceutica: 'Il 63,2% deifarmaci - ha detto Messina - èconsumato dagli anziani, e su 19 mld di spesa farmaceutica, 8 mld sono a carico del cittadino, di cui 5 a carico degli anziani'.

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A fronte di tali dati, ha concluso il presidente di Federanziani, 'chiediamo un impegno ai politici: Diciamo 'no' agli anziani relegati ad una cittadinanza di serie B a causa, appunto, degli errori della politica'.Dal 1951 a oggi in Italia 'ogni 4 mesi se ne è guadagnato 1 di vita in più: Il fenomeno può essere attribuito in maniera significativa ai risultati della Ricerca farmaceutica, fino al 40% del totale, oltre che al progresso economico, sociale e sanitario', come sottolinea Pierluigi Antonelli, membro del Comitato di presidenza di Farmindustria: 'La probabilità di soffrire di malattie croniche è correlata con l'età, quindi - ha rilevato Antonelli - il numero è destinato a crescere con il fenomeno dell'invecchiamento. Nel nostro Paese i pazienti con almeno 1 patologia cronica nel 2010 sono il 38,6% della popolazione, ovvero oltre 23 milioni. Di questi, 12 milioni (il 20,1%) soffrono di almeno due malattie croniche'. Ma medicinali hanno contribuito molto al miglioramento della qualità della vita: 'Attualmente - rileva infatti - in Italia il 23% degli over-65 si dichiara in buona salute, rispetto al 19% del 1994. Un progresso che ha interessato più di 1 milione di persone'. Inoltre, ha ricordato Antonelli, 'l'Italia è, anche grazie alla qualità del SSN, il paese più longevo in Europa. Gli over 65 sono già il 20,2% della popolazione, ovvero 12,2 milioni, di questi 3,5 milioni hanno più di 80 anni (5,8%). Entro il 2050 gli over 65 aumenteranno di 8,6 milioni, oltre la metà (4,7) per la crescita degli over 80, la cui percentuale sul totale della popolazione è destinata a più che raddoppiare'. Dunque, 'dare certezza dei tempi per l'accesso all'innovazione - ha detto Antonelli - è un valore per gli anziani e per tutti. E' necessario migliorare l'accesso all'innovazione a livello regionale e minimizzare i tempi di introduzione di medicinali, già approvati dall'Agenzia Italiana del Farmaco, evitando la frammentazione dei sistemi di valutazione o - ha concluso - un loro uso strumentale ai fini del contenimento dei costi'.

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