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Dal Corriere della Sera: il mea culpa dei ginecologi

Ginecologia Redazione DottNet | 12/10/2008 15:26

Gli errori in Sanità sarebbero un po' in diminuzione (meno 2% nel 2007 rispetto al 2006, in controtendenza solo cardiologia e chirurgia generale) secondo le segnalazioni pervenute a Cittadinanzattiva- Tribunale per i diritti del malato. Resta comunque ancora alto il numero delle denunce: secondo l'Ania, l'associazione delle compagnie assicurative, sono 28.400 circa all'anno.
 

Per il Tribunale per i diritti del malato, tra le diverse specialità la ginecologia è al quinto posto della classifica per gli errori, con il 7% di «eventi avversi», dietro a ortopedia (18%), oncologia (12%), chirurgia generale (9%), ma davanti a odontoiatria e oculistica (5%).
I ginecologi sembrano, però, intenzionati a «voltare pagina »: al recente congresso della Società italiana di ostetricia e ginecologia (Sigo), a Torino, è stata infatti presentata una ricerca condotta dall'Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi) che ha voluto indagare proprio l'errore medico in questo campo.

«Il nostro scopo — spiega Cramine Gigli, direttore dell'Unità di ostetricia e ginecologia di Gorizia — è avere ben chiaro quali sono gli eventi e le procedure che si associano più facilmente ad errori, per poterli prevenire. Abbiamo cominciato col raccogliere le segnalazioni di denunce fatte ai nostri associati, che sono 5mila, ai quali abbiamo intestato una polizza assicurativa individuale.

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Dallo studio è risultato chiaramente che, mentre alcuni errori avvengono in modo occasionale, altri, ancor più gravemente, si ripetono».
Sul tavolo della commissione Aogoi sono arrivare 509 comunicazioni di denunce relative a eventi accaduti fra il 2000 e il 2008. Di queste, 417 sono state utilizzate per lo studio. I risultati? Nel 48,4% dei casi sono state danneggiate le donne, nel 51,6% neonati. La maggior parte degli errori si è verificata in relazione a gravidanze e parti. L'evento più frequente denunciato è la morte del feto, ma vengono segnalati anche casi di lesioni al neonato, di malformazioni non diagnosticate, di decessi e lesioni delle partorienti.
«Ora un gruppo di studio dell'Associazione — dice Antonio Chiantera, segretario nazionale dell'Aogoi, già primario ginecologo al Fatebenefratelli di Napoli — esaminerà i casi ripetitivi per introdurre a più presto variazioni nelle tecniche e nelle procedure che possano scongiurare nuovi errori».
 

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