La chirurgia bariatrica dovrebbe essere considerata una opzione di prima istanza anche per i pazienti diabetici lievemente obesi, per limitare le gravi complicanze che possono derivare dal diabete. A sostenerlo e' la International Diabetes Federation (Idf), la piu' autorevole organizzazione mondiale del diabete, che scende in campo per illustrare la sua posizione su un argomento spesso controverso, con un articolo pubblicato sulla rivista The Lancet. In particolare - sostiene la Idf nell'articolo - la chirurgia bariatrica dovrebbe essere offerta come opzione a tutti i pazienti diabetici con indice di massa corporea (Bmi) pari almeno a 35 (dato che si ricava dividendo il peso in chili per il quadrato della statura in metri, ndr) e anche a quelli con Bmi fra 30 e 35 che nonostante una ottimale terapia non riescano ad avere un buon controllo della glicemia, specie in presenza di comorbilita' importanti, come ipertensione e dislipidemia.
Per arrivare a una posizione comune, la Idf - che rappresenta 200 societa' diabetologiche di 160 nazioni - ha creato una task force di 20 esperti internazionali, diretti da un ristretto gruppo composto da Paul Zimmet (Melbourne), George Alberti (Londra), Francesco Rubino (New York - Roma) e John Dixon (Melbourne), autori dell'articolo pubblicato su Lancet. I dati riportati sottolineano che la chirurgia bariatrica, che in molti casi puo' provocare la scomparsa della malattia, porta al miglioramento del controllo metabolico nel 72% dei pazienti a due anni dall'intervento e nel 36% a 10 anni.
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