Insulina prodotta da cellule del fegato per contrastare il diabete. E' l'idea alla base dello studio portato avanti dall'università Tor Vergata a Roma e presentato ad un convegno organizzato nella capitale dalla Federazione nazionale diabete giovanile (Fdg) per festeggiare i trent'anni di attività. Lo studio, finanziato dalla stessa Fdg, è basato sui recenti progressi della ricerca di base e sull'evidenza che il gene associato alla produzione d'insulina non è danneggiato dal diabete ed è presente, anche se silenziato, in tutte le cellule dell'organismo. In questo modo il fegato sostituisce il pancreas danneggiato dal processo autoimmunitario, secernendo l'insulina necessaria per regolare la glicemia.
Se il progetto della Fdg raggiungerà il suo obiettivo, le persone con diabete saranno libere dalla necessità di iniettarsi l'insulina più volte nel corso di una giornata. "Stiamo lavorando al progetto da cinque mesi - spiega Giorgio Federici, direttore del dipartimento di medicina di laboratorio del policlinico universitario Tor Vergata di Roma - e da un punto di vista teorico stiamo facendo un ottimo lavoro, anche se ci vorrà molta pazienza per riuscire a vedere un risultato concreto. Abbiamo prodotto, con tecniche biotecnologiche, proteine PDX1 e NeuroD e le abbiamo messe a contatto con le cellule epatiche, cercando di proteggerle dagli enzimi proteolitici per consentire loro di arrivare fino al nucleo della cellula, perché il rischio è che si fermino a livello del citoplasma rendendo nullo in tentativo.
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
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In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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